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Notte di San Lorenzo: storia e tradizioni

Patrono di bibliotecari, cuochi e pompieri, nonché dei due paesi di Gamberale e Rapino. E ogni 10 agosto lascia migliaia di persone con gli occhi al cielo

San Lorenzo è considerato patrono di bibliotecari, cuochi e pompieri. Il diacono martire venerato il 10 agosto è tra l’altro il patrono dei due paesi di Gamberale e Rapino, in provincia di Chieti. 

Ma al suo culto è legata un’abitudine meno religiosa, quella di ammirare le stelle cadenti, che normalmente si possono avvistare nei giorni a ridosso del 10 agosto.

In realtà, si tratta dello sciame meteorico delle Perseidi, per cui in tanti, la notte di San Lorenzo, scelgono alture e montagne per uno spettacolo davvero suggestivo.

La credenza popolare vuole che quei frammenti luminosi siano le lacrime di San Lorenzo, altri sostengono che si tratti dei frammenti dei carboni ardenti che accesero la graticola su cui il santo, vissuto nel terzo secolo dopo Cristo, venne ucciso durante la persecuzione ai cristiani, voluta dall'imperatore romano Valeriano. 

In ogni caso, sono molte le persone che la sera del 10 agosto scelgono un luogo dove non ci siano troppe luci, sperando nel cielo sereno e, con occhi all’insù, aspettano una meteora per esprimere un desiderio.

Si dice infatti che a ogni stella cadente debba corrispondere un desiderio espresso, che si realizzerà poi nei mesi successivi, in attesa della prossima estate.

Nel Chietino non mancano colline, cime e luoghi ideali per cercare di ammirare una stella cadente e restare affascinati da uno spettacolo uguale da milioni di anni, ma sempre affascinante.

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