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Grandi Mieli d’Italia 2020: l’Ape & l’Arnia di Altino vince il massimo riconoscimento

Sono proprio tre le gocce d’oro assegnate al Miele al Rosmarino, il più alto premio a livello nazionale, che è stato ritirato dall’azienda altinese a Castel San Pietro Terme lo scorso 20 settembre

Grandi Mieli d’Italia è il Comitato che ogni anno organizza il concorso “Tre Gocce d’Oro” 2020 e che premia i migliori mieli italiani. Quest’anno c’è un’azienda abruzzese che ha ricevuto il massimo riconoscimento con il suo Miele al Rosmarino. È l’Ape & l’Arnia di Iacovanelli Giulio e si trova ad Altino.

Sono proprio tre le gocce d’oro assegnate al Miele al Rosmarino, il più alto premio a livello nazionale, che è stato ritirato dall’azienda altinese a Castel San Pietro Terme lo scorso 20 settembre.

In questo anno particolarmente difficile per tutti, questo premio rappresenta per l’azienda “motivo di orgoglio e stimolo per fare sempre meglio il nostro lavoro”, leggiamo sulla pagina ufficiale Facebook.

Per l’occasione, abbiamo intervistato il titolare di l’Ape & l’Arnia, Iacovanelli Giulio.

- Vi è stato conferito il più alto riconoscimento al premio nazionale Grandi Mieli d’Italia 2020 con Rosmarino: cosa rende questo prodotto così speciale? Quali sono le caratteristiche di questo miele e come viene prodotto? E come consigliate di abbinarlo a tavola?

Il miele di Rosmarino rappresenta una rarità riguardo il panorama italiano dei mieli; in condizioni climatiche favorevoli fiorisce tutto l’anno ma la produzione del miele si ottiene principalmente nella primissima primavera.

Contrariamente a quello che l’origine floreale richiama, il miele di rosmarino si presenta delicatissimo e con richiami floreali, il che lo rende molto apprezzato.

L’abbinamento a tavola è consigliato con i latticini freschi come la mozzarella o con i formaggi stagionati a pasta filata come il caciocavallo.

Inoltre è molto ricercato nella preparazione dei torroni, soprattutto quelli con le Nocciole.

- Sono stati premiati anche altri mieli: cosa li contraddistinguono?

Gli altri mieli premiati sono contraddistinti dall’alta qualità insita nel sistema di produzione tramandatoci da 5 generazioni ed ulteriormente affinato grazie alle recenti tecnologie e conoscenze.

Detto del Rosmarino, anche il Coriandolo rappresenta una novità degli ultimi anni nei mieli italiani, vale a dire da quando è iniziata la sua coltivazione sul territorio.

È un miele molto aromatico che ricorda gli alimenti a base di Cocco.

Per quel che riguarda L’Arancio (o Agrumi) è invece una produzione classica che contraddistingue molti degli apicoltori nomadi del Chietino, che spostano gli alveari nelle zone vocate di Puglia e Basilicata per raccogliere uno dei mieli da tavola più apprezzati per le sue note floreali, fresche e delicate.

- Il vostro è un tipo di lavoro “antico”: come si svolge?

Antico è il giusto aggettivo visto che già gli egizi spostavano le api lungo il Nilo per seguire le diverse fioriture dell’epoca e da allora non molto è cambiato per chi come noi pratica l’apicoltura attraverso il nomadismo professionistico.

La stagione dura generalmente da Marzo a Settembre ed in questo periodo spostiamo le api dalla Basilicata alle Marche per portare le api nelle zone a loro più favorevoli che possano garantire il giusto contesto floreale per il loro sostentamento; infatti il miele è il loro cibo e noi personalmente prendiamo solo l’eccedenza.

In questo contesto poi inseriamo le tecniche della lavorazione a freddo, vale a dire che all’interno dell'azienda ci avvaliamo principalmente di centrifuga e filtrazione per arrivare al vaso di miele che tutti conosciamo.

- Cosa è cambiato negli ultimi anni?

Ci sono diversi cambiamenti in atto negli ultimi anni.

Il primo punto di cambiamento sono le avversità climatiche o comunque il meteo “fuori stagione” che sta danneggiando sempre più le colture che sostentano le api e quindi la produzione in genere, basti pensare per esempio all’ultimo inverno molto mite e con scarse precipitazioni.

A ciò si aggiunge un mercato generale sempre più votato alla ricerca del prezzo basso ed è una politica che tende a favorire le frodi di cui abbiamo notizia purtroppo sempre più spesso ed a danneggiare tutto il settore degli apicoltori produttori.

- E cosa è cambiato ultimamente? Come avete affrontato l’emergenza Coronavirus?

È innegabile come le notizie riguardo il Coronavirus ci abbiano sconvolto, come tutti del resto.

Come ricordavamo sulla nostra pagina Facebook, durante i nostri viaggi sono molti gli amici con cui non abbiamo potuto prendere un caffè, tanti i pasti “al sacco”, tante le autodichiarazioni portate con sé lungo le strade e autostrade deserte, tanti i timori e le attenzioni verso un “nemico” nuovo ma affrontato con la consapevolezza ed anche l’onore/onere di non potersi fermare perché alle nostre api non importava poi molto.

- Quanto i riconoscimenti conferiti influiscono e influiranno nella vostra missione?

I riconoscimenti che, con un pizzico di orgoglio, riceviamo ogni anno non sono altro che l’attestato del buon lavoro che da anni portiamo avanti, per difendere la biodiversità del nostro paese visto che un ambiente in cui le api “lavorano” bene è un ambiente con un alto indice di biodiversità e salute dello stesso.

Siamo quindi in prima linea, lavorando incessantemente per assicurare il massimo sostegno possibile alle nostre api.

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