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Gli studenti di Medicina incrociano le braccia contro il nuovo decreto che abilita alla professione

Nella giornata di giovedì, alla d'Annunzio, non parteciperanno alle lezioni. Chiedono che le modifiche vengano introdotte con un anno di ritardo e l'aumento delle borse di studio per le specializzazioni

Protesta degli studenti di Medicina dell'università d'Annunzio, giovedì, per chiedere modifiche e chiarezza sul decreto ministeriale 58 del 9 maggio 2018, che regola l'abilitazione alla professione di medico chirurgo. La protesta è stata ideata dai rappresentanti dell'associazione studentesca Azione Universitaria, dopo il confronto con i colleghi di studio.

Gli universitari, che si mobilitano insieme ai colleghi di tutta Italia, si asterranno dalle lezioni dalle ore 10.30 alle 16 del 14 marzo e non timbreranno la presenza. Vogliono così far sentire la loro voce alle istituzioni locali e nazionali contro un provvedimento che ritengono ingiusto e che, per loro, nn prevede una laurea realmente abilitante, ma piuttosto crea disparità fra gli studenti. Inoltre, chiedono un maggior numero di borse di studio per le specializzazioni, per evitare che tanti giovani promettenti siano costretti a proseguire il percorso di formazione all’estero.

Il decreto contestato dagli studenti introduce nuove modalità per lo svolgimento all’esame di Stato e lo svolgimento dei tre mesi di tirocinio pratico-valutativo per l’abilitazione all’interno del piano di studio e prima della laurea. Inoltre, il provvedimento prevede che le novità entrino in vigore già nella sessione di abilitazione di luglio 2019, mentre gli studenti chiedono tempo, almeno di conservare le vecchie modalità fino al 2020.

La Conferenza Permanente dei Presidenti dei corsi di laurea in Medicina, in seno al Consiglio Nazionale degli Studenti Universitari, diverse associazioni studentesche e di categoria premono per una proroga, che consenta ai singoli corsi di laurea in Medicina e Chirurgia di rimodulare i propri piani di studio e regolamenti didattici, senza danneggiare gli studenti del quinto e del sesto anno. Oggi, però, nonostante le numerose richieste di confronto con il ministro dell’Istruzione Marco Bussetti, non c’è stata alcuna risposta da parte del nuovo Governo sul decreto firmato dall’ex ministra Valeria Fedeli. 

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