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A scuola si cambia menù: ora i genitori possono assaggiare cosa mangiano i loro figli

Con il nuovo anno entra in vigore il nuovo regolamento per la refezione, che prevede tariffe diversificate in base a 8 fasce di reddito e una commissione ad hoc

Nuove regole per la refezione scolastica a partire dall’anno che inizierà lunedì prossimo (11 settembre). Un mese fa, il consiglio comunale ha approvato il nuovo regolamento, presentato stamani in conferenza stampa dal sindaco Umberto Di Primio, dall’assessore alla Pubblica Istruzione e vicesindaco Giuseppe Giampietro, insieme ai presidenti delle commissioni Regolamento e Salute Maurizio Costa e Stefania Donatelli e al capogruppo di Fratelli d’Italia Marco Di Paolo. Una scelta non casuale, considerato che si tratta di alcuni dei protagonisti del lungo lavoro di redazione del nuovo regolamento, a cui hanno partecipato anche i dirigenti, i genitori e forze politiche di opposizione come i consiglieri del Movimento 5 stelle. Il Il nuovo regolamento si riferisce soltanto alle mense delle scuole primarie: al nido e alla materna, infatti, si cucina in loco, preparando direttamente i pasti per i piccoli allievi.

Le tariffe

Il primo cambiamento evidente è l’introduzione di 8 fasce di reddito, il doppio del vecchio regolamento, per calibrare la tariffa da pagare in base alle possibilità delle famiglie. La mensa è a costo zero per i bambini i cui genitori hanno un reddito Isee fino a 2.300 euro, circa 150 secondo i dati forniti dal Comune. Chi ha un reddito Ise da 2.300 a 5mila euro, pagherà 1 euro e 70 a pasto e così via, fino alla tariffa massima di 4 euro e 37 centesimi per i redditi Isee oltre i 25mila euro. Per la prima volta, anche i non residenti nel Comune di Chieti avranno diritto a pagare tariffe diversificate in base al reddito. Fino al mese di giugno, pagavano la tariffa massima, ora invece sono state introdotte 4 fasce di reddito, con 4 tariffe diverse. Agevolazioni sono state studiate per i fratelli.

L’appalto

L’affidamento del servizio di refezione scolastica per 5 anni consiste in un appalto da 6 milioni di euro. L’azienda che si occupa delle mense prepara i pasti in un centro di cottura, variando il menù in base a indicazioni fornite dalla Clinica pediatrica del Santissima Annunziata, che ha collaborato con il Comune, e poi li serve nelle mense di ogni scuola.

Le commissioni 

Per la prima volta, il regolamento prevede un controllo diretto dei genitori, tramite una commissione costituita ad hoc, in cui sederanno una mamma o un papà e un docente per ogni istituto comprensivo, oltre al sindaco o un suo delegato, due consiglieri comunali di maggioranza, uno di minoranza, il responsabile del settore Pubblica istruzione, un referente della ditta che si è aggiudicata la gestione della refezione scolastica e i dirigenti dei quattro comprensivi cittadini. Inoltre, ogni scuola si doterà di una sub-commissione mensa, composta da un docente designato dal preside e da due genitori eletti dai rappresentanti, che faranno da raccordo tra le famiglie, la commissione mensa e l’ufficio Pubblica istruzione del Comune.

I controlli

La commissione e le sub commissioni potranno accedere alle mense scolastiche, per verificare cosa venga servito ai bambini e in che modalità, ed effettuare sopralluoghi o ispezioni nel centro di cottura della ditta aggiudicataria del servizio. In più, in una stanza separata dagli alunni, potranno assaggiare il pasto del giorno. Al termine di ogni visita, i cdovranno compilare un report dettagliato, che possa mettere in luce eventuali disservizi o problemi. 

L’evasione

Con la rimodulazione delle tariffe, per cercare di venire incontro alle esigenze delle famiglie, si cerca anche di tamponare l’emergenza evasione. In tantissimi, secondo quanto comunicato da sindaco e vicesindaco, non pagano i pasti a scuola, al punto tale che lo scorso anno scolastico il Comune non ha incassato 300mila euro di pasti non pagati, “che vengono tolti ad altri settori”, ha specificato il sindaco.

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