Tumori, scoperta proteina che ostacola le terapie: anche l'Ud'A nel gruppo di ricerca
La ricerca condotta da un team dell’università di Verona e potrebbe aprire nuove frontiere nella lotta al cancro
C'è anche l'università d'Annunzio di Chieti nel team di ricerca che ha consentito di identificare una molecola che ostacola l’efficacia delle terapie per la cura dei tumori. Lo che studio apre nuove frontiere nella lotta al cancro è stato recentemente condotto da un team dell’università di Verona coordinato dall’immunologo Vicenzo Bronte, considerato uno dei massimi esperti nel campo dell'immunologia, con la collaborazione scientifica del laboratorio di Ricerca oncologica e del centro di ricerca applicata Arc-Net, delle università di Padova, Perugia, della d'Annunzio di Chieti-Pescara e dell'università di Modena e Reggio Emilia.
Alla ricerca hanno contribuito Alessandra Fiore, oggi ricercatrice al Max Planck Institute di Monaco di Baviera come vincitrice della borsa Airc per l'estero 2017, Stefano Ugel, primi autori dello studio, Francesco De Sanctis, Sara Sandri, Rosalinda Trovato, Giulio Fracasso e Silvia Sartoris.
Lo studio
Ha rivelato il ruolo inaspettato della proteina c-FLIP che normalmente controlla il ciclo cellulare prevenendo la morte programmata delle cellule a seguito di danno. In situazioni patologiche, quali la progressione del tumore, si assiste ad una anormale espressione di questa proteina nelle cellule mieloidi monocitarie. In queste cellule c-FLIP promuove l'acquisizione di funzioni immuno-inibitorie. I monociti FLIP positivi, infatti, impediscono la proliferazione degli effettori immuni, quali i linfociti T, limitando gli effetti positivi dell'immunoterapia. Lo studio ha anche rivelato come la quantificazione dei monociti c-FLIP positivi sia un parametro importante in grado di predire l'aggressività del tumore pancreatico.