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Salute

Un milione di euro per studiare il disturbo bipolare, la ricerca della Psichiatria di Chieti

A guidare lo studio sarà Giovanni Martinotti, professore associato di psichiatria all’università “G. d’Annunzio”. Il progetto è stato finanziato nell’ambito dei fondi del Pnrr dedicati all’innovazione in sanità

Un importante finanziamento per la ricerca nel campo della salute mentale è stato assegnato alla Asl Lanciano-Vasto-Chieti dal Ministero della salute, nell’ambito dei fondi del Pnrr- Piano nazionale di ripresa e resilienza dedicati all’innovazione in sanità.

Lo studio permetterà di migliorare le conoscenze nella diagnostica del disturbo bipolare che com'è noto, si tratta di un disturbo molto diffuso, caratterizzato da episodi di alterazione dell’umore, sia in senso depressivo che espansivo (eccitamento), che causa ogni giorno sofferenza e difficoltà nella vita di molte persone.

Il progetto ha avuto un finanziamento pari a un milione di euro ed è stato sviluppato e proposto in collaborazione con la Asst Fatebenefratelli Ospedale Sacco di Milano, la Asst  Papa Giovanni XXIII di Bergamo e con la Facoltà di Bioscienze dell’Università di Teramo. A guidare lo studio a Chieti sarà Giovanni Martinotti, professore associato di psichiatria all’università “G. d’Annunzio” e responsabile della Clinica psichiatrica (Servizio Psichiatrico di Diagnosi e Cura - SPDC) dell’ospedale clinicizzato “SS. Annunziata” di Chieti.

“Il finanziamento che abbiamo ricevuto è un segnale davvero importante per la nostra Asl - commenta il docente - . Il progetto è frutto di una collaborazione proficua che ha l’obiettivo di affrontare il disagio psichiatrico con gli approcci e le tecnologie più moderne. Il trattamento del disturbo bipolare basato sulle esigenze e sulle caratteristiche peculiari di ciascun paziente è sempre più una necessità, soprattutto in un periodo storico così complesso, e grazie agli studi che andremo a condurre potremo sviluppare una metodica di stadiazione per prevenire l’insorgenza di nuove fasi del disturbo, garantendo  cure personalizzate”.

Il progetto, che avrà una durata di due anni, riguarderà lo sviluppo di un modello di stadiazione (“staging”) del disturbo bipolare. Tramite le metodiche più moderne, come la risonanza magnetica funzionale e la valutazione di varianti genetiche ed epigenetiche, i ricercatori hanno l’obiettivo di costruire, anche grazie all’uso dell’intelligenza artificiale, un modello che permetterà di caratterizzare in modo più accurato la collocazione che ogni paziente ha nella traiettoria della malattia, garantendo così le cure più adeguate e l’assistenza più adatta. Questo permetterà di ridurre il rischio di imprecisioni diagnostiche, o di errori nella terapia, e avrà ricadute in termini di miglioramento dell’assistenza ai pazienti.

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