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Salute

L'ospedale SS. Annunziata di Chieti secondo in Abruzzo con 2117 parti

Il sito www.doveecomemicuro.it ha aggiornato i dati del Programma Nazionale Esiti 2017 e la classifica regionale degli ospedali che eseguono il volume maggiore di parti in un anno. Chieti e Pescara le strutture al top in Abruzzo

La mappa del parto in Abruzzo vede il presidio ospedaliero di Chieti al secondo posto per volume con 2117 parti all'anno nel 2017, dopo il Santo Spirito di Pescara che di parti ne ha visti 2292.

Il sito www.doveecomemicuro.it ha aggiornato i dati del Programma Nazionale Esiti 2017 e la classifica regionale degli ospedali che eseguono il volume maggiore di parti in un anno. Dopo Chieti e Pescara le strutture al top in Abruzzo sono il presidio ospedaliero Santi Filippo e Nicola di Avezzano e l’ospedale San Salvatore dell’Aquila, mentre le strutture accreditate che nella Regione effettuano parti sono 9. Il 44% di queste rispetta il valore di riferimento fissato a 1000 parti, mentre l’11% non rispetta il valore minimo di 500 parti l’anno.

La scelta dell'ospedale

Un argomento che sta molto a cuore alle donne. Se, da un lato, il loro primo desiderio è che il bebè nasca sano, dall'altra tutte vorrebbero anche vivere il travaglio e il parto in maniera positiva, sentirsi ascoltate dal personale ospedaliero e rassicurate che tutto si stia svolgendo per il meglio. Ognuna ha delle aspettative precise: c'è chi vorrebbe poter contare con certezza sull'analgesia epidurale e chi spera di poter fare il travaglio in acqua. Nel soddisfacimento delle richieste, molto dipende dall'andamento della gravidanza e dalle concrete possibilità della struttura che deve, prima di tutto, garantire un parto in sicurezza. Orientarsi verso un ospedale piuttosto che un altro, in base alle proprie condizioni di salute e alle personali priorità, può però fare la differenza.

“Le autorità ministeriali hanno stabilito alcuni punti fermi che consentano di valutare la bontà di una struttura. In base all’Accordo Stato Regioni del 2010, i punti nascita devono eseguire almeno 1000 parti annui. I volumi di attività possono avere, infatti, un rilevante impatto sull’efficacia degli interventi e sull’esito delle cure, come dimostrato dalle evidenze scientifiche" spiega Elena Azzolini, medico specialista e membro del comitato scientifico Dove e come mi curo. “Altro elemento importante è la giusta proporzione di tagli cesarei, indice di adeguatezza delle cure. Il parto cesareo rispetto a quello naturale comporta maggiori rischi per la donna e per il bambino e dovrebbe essere effettuato solo in presenza di indicazioni specifiche. I valori massimi fissati dal Ministero della Salute, al riguardo, sono 25%, per i punti nascita che effettuano più di 1000 parti all'anno, e 15% per quelli che ne eseguono meno di 1000”.

Parti cesarei

Quanto alla quota annuale di cesarei, l'Italia è tra i Paesi europei che ne eseguono di più. Negli ultimi anni, però, i tagli cesarei primari sono passati dal 29% del 2010 al 24,5% del 2016. Altro tasto dolente secondo il report pubblicato su doveecomemicuro.it riguarda il numero di punti nascita che eseguono meno di 500 parti all'anno e che, in base all'accordo Stato-Regioni del 2010, dovrebbero essere già chiusi. "Queste strutture - si legge - eseguono appena il 5,7% dei parti e, in proporzione, effettuano un numero di tagli cesarei più elevato rispetto ai grandi centri: solo il 7%, infatti, rispetta il valore di riferimento per quanto concerne le percentuali di interventi (che dovrebbe mantenersi inferiore-uguale al 15%): l’86% si trova al nord, il 14% al centro e lo 0% al sud".

Come orientarsi nella scelta dell’ospedale?

“Se la gravidanza è fisiologica, ci si può affidare anche a strutture periferiche. Quando, però, emergono elementi di patologia a carico della donna o del nascituro è importante puntare su centri di secondo livello che dispongono di tutte le strumentazioni necessarie per fronteggiare le emergenze”, spiega Luigi Frigerio, primario di Ostetricia e Ginecologia a Bergamo..

Altri elementi importanti da valutare al momento di decidere (oltre al numero minimo di parti eseguiti in un anno e alla giusta proporzione di cesarei) sono: la disponibilità dell'analgesia epidurale 24 h su 24 7 giorni su 7, della Terapia Intensiva Neonatale, del servizio di rooming-in (cioè la possibilità di tenere il neonato in camera con sé 24 ore su 24) o della vasca per il parto in acqua. Inoltre, la possibilità di richiedere la raccolta del sangue del cordone ombelicale o, ancora, la presenza dei Bollini Rosa di O.N.Da (da 1 a 3), che segnalano l'attenzione per le esigenze femminili.

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