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Salute

A Chieti un Centro di eccellenza per la prevenzione della cecità

Approvato lo schema di convenzione da parte della Regione. Il Centro avrà sede nella Clinica oftalmologica della D'Annunzio

La giunta regionale, su proposta dell'assessore alla programmazione sanitaria Silvio Paolucci, ha approvato lo schema di convenzione per l'istituzione di un Centro di eccellenza per la prevenzione della cecità, la riabilitazione visiva e il recupero psicologico e sociale degli ipovedenti.

L'accordo - che verrà sottoscritto nei prossimi giorni - prevede la partecipazione, oltre che del Dipartimento Salute e Welfare della Regione, della sezione italiana dell'Agenzia internazionale per la Prevenzione della Cecità-Iapb Italia, dell'Università "D'Annunzio" Chieti-Pescara e della Asl Lanciano-Vasto-Chieti.

Il Centro avrà sede nella Clinica oftalmologica della D'Annunzio a Chieti e sarà diretta emanazione del polo nazionale di Iapb Italia. Si occuperà dello sviluppo di processi traslazionali dalla ricerca sulle cellule staminali e medicina rigenerativa, alla pratica clinica nella riabilitazione visiva degli ipovedenti; dell'organizzazione di corsi di formazione per operatori della riabilitazione visiva, anche in modalità telematica; dell'organizzazione di seminari di studio, convegni scientifici ed eventi sulle tematiche della prevenzione delle patologie oculari e della riabilitazione visiva.

La scelta di realizzare nella nostra regione un centro di eccellenza in questo settore era stata formalizzata dalla giunta regionale con una delibera del settembre 2015, che aveva fatto seguito ai riconoscimenti ottenuti dalla Clinica oculistica della D'Annunzio, certificata dalla Società Oftalmologica Italiana quale Centro nazionale di Alta tecnologia in oftalmologia e come Scuola italiana si chirurgia robotica.

"Con questo atto - sottolinea l'assessore Paolucci - prende forma il progetto 'Abruzzo Regione della Vista', su cui questo governo regionale ha creduto fin dal suo insediamento. Siamo convinti che una collaborazione clinica e scientifica a così alti livelli non possa che portare benefici per le persone ipovedenti, in un'ottica di maggiore autonomia e miglioramento della qualità della vita".

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