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In Consiglio si discute della tassa di soggiorno, critico il Movimento 5 Stelle: "Ormai tutto fa brodo"

Nella seduta del 26 giugno a Chieti si decide l'istituzione della nuova imposta. Contrari i pentastellati

Il Consiglio Comunale di Chieti nella seduta di martedì 26 giugno è chiamato ad approvare l'introduzione della tassa di soggiorno. L'istituzione della nuova imposta dovrebbe portare nelle casse dell'ente circa 40.000 euro annui. Dopo l'intervento critico da parte del consigliere Stefano Rispoli (Gruppo Misto) e l'approvazione dell'emendamento a favore degli studenti universitari, proposto da Alessandro Marzoli (Pd), arrivano le critiche da parte dei consiglieri del MoVimento 5 Stelle Ottavio Argenio e Manuela D'Arcangelo.

“Dall'esame dei documenti prodotti in Commissione emergono le solite criticità dovute alla totale assenza di un serio e proficuo metodo di lavoropoichè il regolamento istitutivo identifica il responsabile dell'imposta nel soggetto che gestisce la struttura ricettiva mentre il Ministero dell'Economia e delle Finanze ha chiarito che tale ruolo non può essere rivestito da albergatori e gestori di hotel o strutture assimilate ma solo da quei soggetti titolari di contratti di locazione breve. I gestori restano pertanto solo degli agenti contabili sui quali grava l'obbligo di riscuotere la tassa per conto del Comune”.


I due consiglieri continuano ad esprimere dubbi nei confronti del lavoro svolto dall'amministrazione Di Primio. In particolare non convince il mancato coinvolgimento delle associazioni di categoria e della Soprintendenza. 

"In un'ottica di condivisione delle scelte ed anche per quanto concerne la destinazione dei proventi della tassa di soggiorno, noi avremmo dato vita, così come abbiamo suggerito questa mattina in Commissione, ad un confronto istituzionale ed avremmo messo nero su bianco le proposte e le osservazioni fornite dai soggetti interessati. Questa amministrazione, come suo costume, si limita a riferire di aver svolto questi incontri ma non ne può documentare il contenuto perché a quanto pare, nessuno si è curato di redigere un verbale”. 

Sotto la lente d'ingrandimento finisce la destinazione dei proventi dell'imposta. 

"Sebbene il regolamento istitutivo ricalchi la norma nazionale, la relazione allegata allo schema di delibera lascia ampi spazi di discrezionalità, decisamente troppi, all'utilizzo delle somme che il Comune incasserà. Da questo documento infatti traspare chiaramente l'intenzione della Giunta di usare i proventi della tassa anche per scopi estranei alle attività di promozione turistica o di manutenzione e recupero dei beni culturali ed ambientali che risultano connessi con i flussi turistici. Andava stabilito preliminarmente un ordine di priorità degli interventi condividendo le scelte con la Soprintendenza che ha senza dubbio una maggiore esperienza nella gestione e nella fruizione dei beni culturali. Abbiamo l'impressione che all'amministrazione interessi solo far cassa allo scopo di superare le criticità già ampiamente note piuttosto che puntare realmente sull'implementazione del turismo e sulla promozione dell'immagine della città e con queste premesse il nostro voto in Consiglio sarà senza dubbio negativo”.
 

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