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Giovedì, 18 Aprile 2024
Politica

Stati Generali delle Province abruzzesi, lunedì 19 riunione a Pescara

Il Presidente dell’Upa Enrico Di Giuseppantonio: “L’azione di risanamento del Paese deve vedere le Province protagoniste e non vittime sacrificali. No alla riduzione delle funzioni, sì ad una riforma organica”

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di ChietiToday

Le Province dell’Aquila, Chieti, Pescara e Teramo dicono no alle norme contenute nel Decreto legge approvato il 4 dicembre dal Consiglio dei Ministri che dispongono la riduzione delle loro funzioni e dicono sì ad una riforma organica delle istituzioni provinciali che, salvaguardando il livello di democrazia, razionalizzi funzioni e dimensioni delle amministrazioni. E lo faranno nel corso di una manifestazione pubblica: il Presidente dell’Unione delle Province Abruzzesi, Enrico Di Giuseppantonio, ha convocato gli Stati Generali delle quattro Province per il prossimo 19 dicembre alle ore 10 a Pescara presso l’auditorium “De Cecco” in piazza Unione – sede del Consiglio Regionale. Ci saranno i Presidenti delle Giunte e dei Consigli Provinciali, i componenti delle Giunte e i Consiglieri provinciali. Sono stati inoltre invitati i Parlamentari eletti nella circoscrizione Abruzzo, i Presidenti della Giunta e del Consiglio Regionale, i Consiglieri regionali, i Sindaci dei Comuni capoluogo, il Presidente di ANCI Abruzzo.

“La strada per ridurre la spesa pubblica e per risanare il Paese deve passare attraverso un’opera di razionalizzazione delle funzioni e delle dimensioni delle Province: soluzioni drastiche produrrebbero l’unico risultato di generare confusione e gettare nel caos le amministrazioni territoriali, di generare disservizi e, paradossalmente, di aumentare la spesa pubblica, come rilevato dalla competenti Commissioni Parlamentari e da una ricerca condotta dall’università Bocconi di Milano – dice il Presidente Enrico Di Giuseppantonio anche a nome dei suoi colleghi Walter Catarra, Antonio Del Corvo e Guerino Testa. La via del risanamento del Paese deve vedere le Province protagoniste e non vittime sacrificali e deve passare per un’azione di riordino complessivo delle istituzioni territoriali che sia elaborata in tempi celeri e condivisa da Stato, Regioni, Province e Comuni.

Dal punto di vista istituzionale, poi, è inaccettabile la scelta di ricorrere ad un Decreto legge in una materia che ha un impatto profondo sulla forma di Stato, prevista dalla Costituzione. Per questo motivo ci attiveremo affinchè, attraverso la Regione, il Decreto venga impugnato davanti alla Corte Costituzionale.  Gli Stati Generali vogliono rappresentare un momento di confronto e di sensibilizzazione verso i cittadini: da troppo tempo, infatti, a vari livelli si sta facendo passare il messaggio che la riduzione della spesa pubblica,  obiettivo legittimo e necessario, debba realizzarsi solo incidendo sulle Province, trascurando  conseguenze del tutto negative, irreversibili e paradossali come un aumento della spesa pubblica che scaturirebbe dalla cancellazione di servizi ed interventi favore delle comunità locali che solo la Provincia, ente intermedio fra Comuni e Regione, oggi è in grado di assicurare in termini di efficienza, di economicità e di esperienza.

Chiediamo anche dall’Abruzzo al Presidente della Camera dei Deputati e ai Capigruppo di iscrivere subito all’ordine del giorno dei lavori parlamentari le proposte di riforma costituzionale delle Province, già all’attenzione della Commissione Affari costituzionali della Camera.

L’Unione delle Province Abruzzesi ribadisce anche a livello locale.

la posizione già espressa dall’Upi a livello nazionale ovvero l’interruzione di ogni rapporto con il Governo in tutte le sedi di concertazione previste - la Conferenza Stato-Città e la  Conferenza delle Autonomie Locali  - fino a che non saranno stralciate le norme sulle Province ed insediata la Commissione Paritetica per la riforma delle istituzioni tra Stato, Regioni, Province, Comuni per definire immediatamente una proposta complessiva di riordino delle istituzioni”.

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