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Sopralluogo parco fluviale, Colantonio (Lega) contro sindaco e Zappalorto: "Non conoscono atti e richieste fondi"

L'ex assessore chiarisce che i siti inquinati dono stati già tutti mappati e intima: "Il parco fluviale non si può fare per il rischio idraulico"

Il sopralluogo di sindaco e assessore all'Ambiente con il Wwf per verificare lo stato del parco fluviale di Santa Filomena diventa terreno di scontro politico. Ieri, Diego Ferrara e Chiara Zappalorto, accompagnati dai tecnici comunali, avevano effettuato una serie di perlustrazioni allo Scalo, per censire le situazioni da sanare. 

E, ora, il capogruppo della Lega Mario Colantonio attacca: "Si dimenticano di essere stati consiglieri di opposizione per oltre 5 anni e, in particolare, l'assessore Zappalorto anche consigliere provinciale di maggioranza con delega all'Urbanistica per anni. Se avessero prestato più attenzione durante i loro rispettivi mandati, nelle commissioni e nei consigli comunali dove sono stati affrontate specifiche interrogazioni sulla questione parco fluviale e ordini del giorno puntuali, sottoscritti da colleghi di opposizione ed addirittura della loro stessa parte politica, avrebbero sicuramente preso atto di situazioni che ora evidenziano, loro malgrado".

Colantonio, per 10 anni assessore della giunta guidata da Umberto Di Primio, puntualizza che "i siti inquinati di tutta la città di Chieti che sono al di fuori dai Sir (Siti di interesse regionale) sono stati già tutti mappati, analizzati e perimetrati con apposito finanziamento di 350.000 euro dedicato proprio a questa attività. Basta richiedere i documenti agli uffici comunali, ai dirigenti e dunzionari che operano nel settore competente", invita.

Colantonio spiega anche che il Comune di Chieti aveva richiesto finanziamento alla Regione, "che ha competenza esclusiva in materia di rifiuti, per le bonifiche di alcuni siti , come la famosa discarica abusiva di Colle Marcone, che custodiva rifiuti tossici e che si incendiò in circostanze 'misteriose' la notte tra il 27 ed il 28 giugno 2015, ma ad oggi non si sono visti finanziamenti".

"Il parco fluviale, che qualcuno si ostina a voler addebitare al Comune di Chieti, è ubicato oltre gli argini di protezione dell'area di Megalò,  alti ben 12 metri, totalmente all'interno dell'alveo fluviale; la 'cosiddetta' cessione a scomputo - aggiunge il capogruppo della Lega - fatta velocemente durante l'amministrazione Ricci e poco prima dell'inaugurazione del centro commerciale, è stata sempre rigettata e contestata dall'amministrazione Di Primio, perché in sede di verifiche geologiche e sondaggi, obbligati alla ditta cedente, si rilevò la presenza di rifiuti di varia natura seppelliti sotto strati di terra, caratteristiche ben note agli ambientalisti ed alla cittadinanza; pertanto anche quell'area ricadrebbe nel Sir".

L'area, tra l'altro, ricade in una zona a rischio molto elevato (R4) ed elevato (R3) del Piano stralcio di difesa delle alluvioni. Colantonio cita a tal proposito l'esondazione del 2 dicembre 2013, quando, "per la pericolosa tracimazione degli argini di protezione, alti fino a 12 metri, fu ordinata dal sindaco Di Primio l'immediata chiusura del centro commerciale per la tutela della pubblica incolumità". 

Scenario che si ripetè il 24 gennaio e 26 febbraio 2015, il 18 gennaio 2017 e il 21 dicembre 2019, "tutti con allertamenti e monitoraggi da parte Protezione Civile regionale e Coc di Chieti".

Colantonio intima: "Il Parco fluviale non è realizzabile per aggravi e pericolosità molto più evidenti delle motivazioni per le quali non verrà realizzato il progetto Mirò, con risultanze delle sentenze emesse da più organi giudicanti". Poi, si rivolge direttamente a Ferrara e Zappalorto, consigliando loro "di farsi promotori, come ho fatto io, di una procedura di trasformazione dell'intero Parco Fluviale da 'area standard ad uso pubblico' in "zona boschiva di rispetto e salvaguardia fluviale" e si accorgeranno del fatto che in quell'area non è possibile pianificare per vizio di competenza e soprattutto si rileverà che parte della stessa area ricade nel Comune di Cepagatti".

"Altra raccomandazione - conclude - è quella di cambiare al più presto la terminologia ricorrente da Parco Fluviale ad "alveo del fiume Pescara contenuto nell'argine dell'area Megalo"; di effetuare in primis, alle autorità competenti di polizia e vigilanza ambientale, le denunce contro ignoti per abbandono dei rifiuti e danno ambientale e di emettere al più presto ordinanza sindacale di divieto di accesso alle aree indicate, per grave pericolo incombente soprattutto a causa di eventi atmosferici e precipitazioni metereologiche stagionali che provocano sistematicamente esondazioni".

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