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Sinistra Anticapitalista Abruzzo: No allo “Sblocca Italia”

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di ChietiToday

Sinistra Anticapitalista Abruzzo sostiene e partecipa alla mobilitazione dal basso contro lo “Sblocca Italia” e la volontà di imporre ai territori un “futuro fossile”. L’enorme partecipazione al sit in davanti Montecitorio da parte di associazioni, comitati, movimenti di tutt’Abruzzo e di molte altre Regioni italiane esprime un netto e totale rifiuto di politiche energetiche che vogliono favorire soltanto il profitto di pochi a scapito della salute e dell’interesse dei territori e delle popolazioni.


Lo “Sblocca Italia” renderebbe progetti come “Ombrina Mare 2”, “Elsa 2” e l’ampliamento di “Rospo Mare” strategici con una via preferenziale e agevolata per la loro approvazione. Una scelta che non può essere accettata perché non si può cancellare il futuro dell’Abruzzo e l’espressione chiara e netta della cittadinanza del 13 Aprile dell’anno scorso, quando oltre 40.000 persone scesero in piazza a Pescara nella più grande manifestazione della storia dell’Abruzzo (e alla quale aderimmo e partecipammo). Quel giorno, insieme a moltissimi cittadini, sindacati, associazioni, comitati, movimenti, parteciparono anche tutti i partiti oggi presenti in Parlamento e tutte le rappresentanze istituzionali. Oggi sono chiamati a scegliere tra gli interessi di pochi e l’interesse dell’Abruzzo, sono chiamati a scegliere tra la coerenza a quella loro partecipazione e il profitto delle multinazionali. La crisi economica e la difesa di questi profitti non sono interesse pubblico e non può avvenire penalizzando i territori e le classi non rappresentate dall’alta finanza e dalla grande borghesia industriale nazionale e internazionale. 600.000 abruzzesi il 12 e 13 giugno 2011 si espressero perché l’acqua rimanesse bene comune e non fosse privatizzata nella più grande vittoria democratica degli ultimi decenni della storia d’Italia.


Oggi con lo “Sblocca Italia” i “beni comuni” verranno addirittura collocati obbligatoriamente in Borsa. Tutto questo non è accettabile. L’Abruzzo e l’Italia hanno bisogno di una radicale svolta e di un totale cambio di “modello di sviluppo”. Un modello che tuteli la salute, l’ambiente, i beni comuni e l’interesse collettivo.


Lo dimostra quanto sta accadendo in questi giorni nelle Regioni più colpite dal maltempo, i nostri territori stanno letteralmente franando e il dissesto idrogeologico sta diventando una delle più grandi emergenze di questo Paese. L’Abruzzo non vive una situazione diversa, con una cementificazione che ha raggiunto livelli altissimi. E’ possibile percorrere la Costa Teatina per chilometri e chilometri senza vedere il mare, nonostante la vicinanza. Bisogna bloccare lo “Sblocca Italia”. Si sblocchi una politica altra, democratica, che difende e cura il territorio, la salute, l’ambiente. L’Abruzzo, considerata la “Regione Verde d’Europa” attende da oltre 13 anni il completamento dell’iter istitutivo del “Parco Nazionale della Costa Teatina”. Ad Agosto è stato annunciato l’arrivo di un commissario, individuato nell’ex Presidente della Provincia di Pescara. Sono passati due mesi da una scelta secondo noi discutibile e opinabile (parliamo di un esponente del partito che è al governo dell’Italia e dell’Abruzzo…) ma che comunque potrebbe essere un passo in avanti (sperando che, dopo 13 anni non positivi, la politica riesca ad abbandonare logiche di consorterie, pressioni di lobby e clientele e di interessi particolari). Due mesi dopo non si hanno notizie della “nomina ufficiale” e dell’avvio dell’opera del commissario. I parlamentari abruzzesi s’impegnino per sbloccare il Parco, non le trivelle.  

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