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Lunedì, 2 Ottobre 2023
Politica

Sindaco e maggioranza su Febo indagato: "Fiducia confermata, saprà chiarire la sua posizione"

E sulla richiesta di dimissioni del presidente del consiglio, avanzata dal consigliere Zappone, interviene il Pd Chieti: "Pretestuosa e irricevibile, fatti totalmente estranei dal suo ruolo politico e amministrativo"

“Siamo certi che il presidente del consiglio comunale Luigi Febo saprà chiarire la sua posizione, come si è detto subito disponibile a fare non appena venuto a conoscenza dell’indagine. Siamo certi che chi conduce le indagini lo farà, andando a fondo ai fatti e ai ruoli che possono essere ben ricostruiti e accertati”. Il sindaco Diego Ferrara e la maggioranza commentano così la notizia dell'iscrizione del presidente del consiglio comunale di Chieti nel registro degli indagati per l'inchiesta sul cimitero di Francavilla al Mare.

“Conosciamo Febo personalmente e politicamente e ci auguriamo che sulla sua posizione venga fatta luce al più presto, perché non ci siano riflessi né sul fronte professionale – riprendono - né su quello politico, come qualcuno sta cercando sgradevolmente di fare a mezzo stampa, emettendo giudizi senza essere organo giudicante e provando a scrivere sentenze senza conoscere i fatti di cui si parla, ma soprattutto senza avere né il ruolo adatto, né la posizione opportuna per farlo.
Da parte nostra la fiducia resta. In consiglio ci aspettano lavori e procedimenti importanti per Chieti e siamo pronti ad andare avanti”.

Un riferimento, poi, alla richiesta di dimissioni avanzata dal consigliere di Forza Italia Damiano Zappone. “La sua presidenza non è in discussione – chiarisce Ferrata - viene da una lunga storia amministrativa, oltre che politica e fino a oggi è stata di garanzia e plurale, come dovrebbe esserlo per chi rappresenta la città in uno dei peggiori momenti della storia amministrativa teatina”.

Sulla richiesta di Zappone interviene anche il Partito democratico di Chieti. “La richiesta di dimissioni è del tutto pretestuosa, provocatoria e inaccoglibile. Il fatto riveste estrema gravità dato che il consigliere si esprime su fatti che, evidentemente, non conosce, essendo le indagini ancora secretate, né è dato sapere il grado di coinvolgimento nelle ipotesi di reato contestate dello stesso presidente Febo che, si suppone, in qualità di direttore dei lavori abbia rivestito un ruolo di garanzia e che per questa ragione, doverosamente, andava incluso dagli inquirenti nel quadro delle indagini, in assenza, tra l’altro, dell’adozione di misure cautelari di sorta. I fatti su cui si indaga, tra l’altro, sono totalmente estranei dal ruolo politico e amministrativo di presidente del consiglio comunale”.

“Seguendo il ragionamento giustizialista, politicamente speculatorio e spregiudicato del consigliere Zappone, che assolutamente si rigetta, per le medesime motivazioni si sarebbe dovuto dimettere il presidente del consiglio regionale Lorenzo Sospiri, indagato su altri fronti – afferma ancora il Pd - È triste vedere come esponenti dell’opposizione non abbiano altri argomenti se non quelli giustizialisti di primo grido, senza neanche avere la minima cognizione, come tutti del resto, considerato il segreto istruttorio, dei fatti accaduti. Ancor più grave è la circostanza che questa arrembante richiesta di dimissioni provenga da un appartenente ad una forza politica, Forza Italia, che ha fatto del garantismo, nei decenni, il proprio cavallo di battaglia. Siamo sicuri che Febo chiarirà tutto il prima possibile nelle opportune sedi giudiziarie, le uniche deputate ad indagare e a decidere nel merito. Gli unici danni, si ricorda al consigliere Zappone, sono quelli causati dalla sua compagine politica che ha portato Chieti al dissesto, accumulando un mare di debiti senza fare niente di buono per la città”.

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