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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Politica

Il Tar Lazio sancisce la correttezza dell'operato della Regione Abruzzo

I giudici hanno rimandato alla Corte di Giustizia Europea l’esame dell’articolo 35 dello Sblocca Italia (che imponeva di costruire anche in Abruzzo un inceneritore)

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di ChietiToday

Si fa sempre più debole la posizione del Governo che ha osservato il Piano Rifiuti della Regione Abruzzo perché non prevede inceneritori: il Tar del Lazio rimanda alla Corte di Giustizia Europea l’esame dell’articolo 35 dello Sblocca Italia (che imponeva di costruire anche in Abruzzo un inceneritore) perché in contrasto con la normativa dell’Unione Europea sui rifiuti. Queste sono le conclusioni alle quali sono giunti i giudici amministrativi nell’esaminare il ricorso presentato da due associazioni ambientaliste, Movimento Legge Rifiuti Zero per l’Economia Circolare e l’Associazione Verdi Ambiente e Società, accogliendo e sottoponendo ai giudici europei cinque questioni pregiudiziali sulle difformità tra le norme europee (Direttive 2008/98/CE e 2001/42/CE) oltre che nazionali (D.Lgs.152/2006) e lo Sblocca Italia (Legge 133/2014). “L’Ordinanza del Tar del Lazio pubblicata ieri – afferma il sottosegretario d'Abruzzo Mario Mazzocca – rappresenta una conferma delle tesi da noi sostenute nel difendere la coerenza del nostro piano di gestione integrata dei rifiuti con i principi dell’economia circolare che sono alla base della legislazione europea. Quando, a commento della decisione del Governo di osservare il nostro piano di gestione dei rifiuti, definii Gian Luca Galletti il peggior ministro dell’ambiente della storia repubblicana, non mi sbagliavo di certo e ogni giorno emergono motivi per confermare questo poco lusinghiero giudizio”. In sostanza i giudici europei dovranno pronunciarsi, tra l’altro, su: la corretta attuazione della gerarchia di trattamento dei rifiuti (riduzione-riutilizzo-recupero) che prevede solo in ultimo lo smaltimento, visto che i 40 impianti autorizzati non prevedono alcun recupero di energia; la mancata esecuzione della Vas, del tutto ignorata dal Ministero senza alcuna motivazione accettabile; l’errato calcolo del presunto fabbisogno residuo di incenerimento basato su dati male interpretati o gonfiati, come nel caso dell’Abruzzo. “Faremo valere questa ordinanza – conclude Mazzocca – davanti alla Corte Costituzionale che dovrà pronunciarsi sul Piano Rifiuti della Regione Abruzzo, sollevando la questione della legittimità della norma in base alla quale il Governo ha impugnato la nostra legge regionale”.

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