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Sabato, 20 Aprile 2024
Politica

Sanità Abruzzo, Pettinari (M5s) attacca la Regione: “78 milioni di tagli”

Il vicepresidente del consiglio regionale parla di "catastrofe annunciata" e attacca l'assessore Verì sul Programma Operativo per la sanità 2019/2020

"Circa 78 milioni di tagli sulla sanità per colmare un buco economico che nel 2021, se si continua, raggiungerà i 70 milioni, nonostante i fondi del Governo mostrino un incremento costante di circa 15 milioni l'anno". A lanciare l'allarme è il vicepresidente del consiglio regionale, Domenico Pettinari (M5s) che critica il Programma Operativo per la sanità 2019/2020 che l'assessore Nicoletta Verì ha presentato al fine di delineare le linee economiche della gestione del servizio sanitario della Regione.

"Tagli trasversali: meno ricoveri, meno farmaci ospedalieri (taglio 15 mln), meno farmaci convenzionati (taglio 3,7 mln) meno dispositivi medici in dotazione ai reparti (taglio 15,2 mln), anche quelli per scopi diagnostici come Tac ed ecografi, e meno servizi ospedalieri (taglio 10,4 mln): siamo davanti ad una catastrofe annunciata -  afferma Pettinari - ancora una volta, come unica soluzione alla bancarotta si applicano tagli trasversali che ricadranno sulla pelle degli abruzzesi, invece di una seria razionalizzazione degli sprechi e l’ottimizzazione delle risorse a disposizione".

"Il centro destra in campagna elettorale ha propagandato sulla sanità promettendo riaperture degli ospedali, rafforzamento dei reparti, nuove assunzioni; ma oggi, alla conta dei fatti, siamo davanti ad un Piano economico che è lontanissimo da queste promesse e che anzi rappresenta una vera e propria mannaia per il diritto alla salute dei cittadini della nostra regione.  Dall’esame dei documenti prodromici all’adozione del Programma Operativo – continua Pettinari - si osserva una tendenza all’esternalizzazione di servizi basilari come quelli relativi alla spesa farmaceutica: si prevede di demandare ad una centrale esterna l’espletamento delle gare per l’acquisto dei farmaci e questo denota – conclude il consigliere - il più grande fallimento della centrale unica d’acquisto regionale che avrebbe dovuto assolvere a questo compito".

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