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Tassa di soggiorno: salta il consiglio comunale, è tutto da rifare

Un emendamento che chiedeva di introdurre la gabella ai turisti dal 2019, approvato dall'assemblea, fa infuriare il sindaco, che chiede ai suoi di uscire dall'aula per far mancare il numero legale. Si accende la polemica sui soldi pubblici spesi per i gettoni di presenza

Secondo quanto previsto nel bilancio previsionale, la tassa di soggiorno porterebbe nelle casse comunali una somma di circa 40mila euro ogni anno, che dovrebbero poi essere investiti nella valorizzazione del turismo. 

E proprio su questo punto si è consumato lo strappo più evidente del consiglio di ieri. Un emendamento presentato da Stefano Rispoli (Gruppo Misto) e sottoscritto anche da Diego Costantini (Noi con Salvini) e Mario De Lio (Udc), infatti, chiedeva di non attivare la gabella sui turisti già da questa estate, ma di farla entrare in vigore dall’anno 2019. La proposta è stata accolta da 13 voti favorevoli, 1 astenuto e 12 contrari, abbastanza per approvarla. 

A quel punto, è iniziato il malumore e il sindaco ha fatto uscire i suoi per interrompere la seduta. In aula sono rimasti i tre firmatari dell’emendamento, Emiliano Vitale (Forza Italia), Di Paolo sui banchi della minoranza. 

I tre consiglieri che hanno presentato l’emendamento hanno motivato la loro proposta, ossia l’idea di creare un sistema turistico, coinvolgendo tutti gli attori interessanti, realizzando un piano marketing completo, stilando i progetti da mettere in atto. “Ma il sindaco - punta il dito Rispoli, che dalla maggioranza è uscito lo scorso settembre - non accetta la democrazia in consiglio comunale”. 

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