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Ritardi nel bilancio previsionale, l'opposizione attacca la giunta Di Primio

Ieri sono scaduti i 50 giorni entro cui va fatta l'approvazione, ma il Comune non ha ricevuto solleciti o diffide come previsto dalla legge. In caso di violazione dei termini, la norma prevede la nomina di un commissario o lo scioglimento del consiglio comunale

Minoranza contro giunta per i ritardi sull’approvazione del Bilancio di previsione, ormai oltre il limite massimo di 50 giorni consentito dalla legge. Per fare il punto della situazione i consiglieri Luigi Febo (Chieti per Chieti), Alessio Di Iorio e Chiara Zappalorto (Pd), a nome anche dei rispettivi gruppi di minoranza, hanno indetto questa mattina (sabato 19 settembre) una conferenza stampa. 

“Siamo di fronte a due inadempienze gravi”, chiarisce Febo. La prima sta nel fatto che dal termine per l’approvazione del Bilancio di previsione 2015, scaduto il 31 luglio, sono passati ulteriori 50 giorni (scaduti proprio ieri). E questo, secondo la legge, prevede o la nomina di un commissario straordinario, o addirittura lo scioglimento del consiglio comunale. 

Ma la norma prevede anche che il prefetto, ove lo statuto comunale non preveda diversamente, invii una diffida ai comuni inadempienti, concedendo una proroga di ulteriori 20 giorni. Lo statuto del Comune di Chieti, però, conferisce questo compito al segretario generale, “che non l’ha fatto”, dicono i consiglieri di opposizione. Così, già lunedì, invieranno una nuova segnalazione al prefetto Antonio Corona al segretario Celestina Labbadia e alla Corte dei Conti, dopo le 3 lettere inviate da Febo nel mese di agosto “a cui non ho mai ricevuto risposta”, spiega. 

Sotto il mirino dell’opposizione, però, c’è anche la revoca del patto di stabilità interno, segnalato dal vecchio collegio dei revisori dei conti. “Dopo il termine ultimo di 30 giorni - incalza il capogruppo di Chieti per Chieti - l’amministrazione non ha inviato nuovi documenti, come avrebbe dovuto fare. Incontreremo il nuovo collegio per chiedere di segnalare quanto sta accadendo al Mef. La situazione, però, rischia di far incorrere il Comune in gravi sanzioni: il taglio dei finanziamenti statali, la riduzione degli stipendi di sindaco e giunta, il blocco delle assunzioni. Noi vogliamo chiarezza, perché non si può lasciare un ente in queste condizioni, senza alcuna programmazione”.

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