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Nuova provincia, Di Primio: "Battaglia continua in Parlamento"

Il Governo ha deciso: in Abruzzo ci saranno L'Aquila-Teramo e Chieti-Pescara. Vano lo sciopero della fame del sindaco e l'incontro con il ministro Patroni Griffi. Ma la lotta continua con un appello ai parlamentari

Il Governo ha deciso: in Abruzzo ci saranno due province, L’Aquila-Teramo e Chieti-Pescara. In tutta Italia i capoluoghi passeranno dagli attuali 86 a 51. Dal prossimo 1° gennaio saranno soppresse le giunte provinciali e il presidente potrà delegare l’esercizio di funzioni a non più di 3 consiglieri provinciali.

Risulta dunque vano lo sforzo del sindaco di Chieti, Umberto Di Primio, che ha trascorso il pomeriggio di ieri di fronte a Palazzo Chigi in sciopero della fame con un cartello al collo. Chiedeva di incontrare il ministro alla Funzione pubblica Filippo Patroni Griffi, per spiegargli la sua proposta, quella di tre province abruzzesi: L’Aquila-Teramo, Pescara e Chieti.

Sindaco e ministro si sono incontrati di prima mattina oggi (mercoledì 31 ottobre) e quest’ultimo si era detto disponibile ad esporre al Governo le ragioni di Di Primio, Di Giuseppantonio e di tutti i cittadini della provincia di Chieti che vogliono che questa conservi lo status di capoluogo. Ad ora di pranzo, però, è arrivata la notizia della decisione dell’esecutivo, che prospetta lo scenario avversato da molti, al punto che si è costituito un comitato civico per la difesa del capoluogo teatino. “Abbiamo perso il primo round”, commenta il primo cittadino.

Con la perdita degli uffici provinciali, circa 80, Chieti perdere migliaia di lavoratori, con conseguente calo dei pendolari, che diminuirebbero del 70 per cento. A risentirne saranno le attività commerciali, soprattutto quelle del colle, già fiaccate dalla chiusura di realtà importanti come la Banca d’Italia. Per il sindaco si perderebbe “un indotto inestimabile”, oltre a “città come Lanciano e Vasto che rischiano di trasformarsi in “periferia della periferia” non solo geografica ma anche economico-sociale”.

La palla passa ora al Parlamento. E Di Primio assicura che non si arrenderà, ma invita i parlamentari a lottare per mantenere tre province in Abruzzo: “Adesso i parlamentari abruzzesi si diano una svegliata e facciano la loro parte per difendere l'Abruzzo e il nostro territorio. Non solo è possibile sostenere la proposta delle tre Province, ma questa non può che essere la soluzione migliore”, dice. Per lui ridurre il numero delle province non inciderà sulle casse dell’erario: “Non sono esse il vero costo della politica”, spiega, “l’unico vero costo di questa ondata di antipolitica è la perdita di migliaia di posti di lavoro nella pubblica amministrazione, ovvero negli uffici periferici dello Stato che rischiano di essere soppressi o ridimensionati con la scelta fatta oggi dal Governo”.

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