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Politica

Un cittadino di Ripa: "La luce di Chieti si spegne nel più assoluto silenzio"

Riceviamo e pubblichiamo quasi per intero una lettera indirizzata al segretario di Giustizia Sociale dal signor Elio Masci di Ripa Teatina, ex dipendente in pensione dell'Ospedale Militare che scrive alcune riflessioni sulla chiusura della struttura e, in generale, sul declino economico della città

Gentile dottor Bruno Di Paolo,

le scrivo per esprimere un pensiero su quello che è successo nella città di Chieti negli ultimi 25/30 anni, cioè nel periodo in cui ho lavorato in questa bella città.

Parlo del DMML (conosciuto come Ospedale Militare). Non abbiamo sentito alcuna forza politica, dal locale, provinciale, regionale, nazionale, rivolgere qualsiasi  parola nei confronti di tutto il personale, militare e civile. Dove si trovano i vari politici locali, dai parlamentari abruzzesi e Aamministratori regionali al sindaco Di Primio?

La stampa, al di là della “sola” informazione delle gestualità (scioperi e/o riunioni) del momento, sembra essersi dileguata nel più profondo silenzio.

Dallo scorso aprile “anche” il Dipartimento Militare di Medicina Legale ha dato il suo “addio” alla città. In questi giorni tecnici e mezzi militari fanno la spola per il trasferimento del materiale in esso custodito. Fra qualche giorno anche quella struttura sarà preda di erbacce e quant’altro, come altre strutture che hanno subito la stessa fine.

Ho prestato servizio presso la struttura in questione sia dal lontano 1987. Era un’epoca d’oro. Chieti era una città piena di vita, tutto un brulicare di attività, locali sempre pieni …

La politica locale, gestita fino ad allora dal defunto on. Remo Gaspari, cominciava ad esprimere le prime controversie tra i vari personaggi emergenti. Ricordo, in particolare, l’ex sindaco  Buracchio e l’on. Nenna D’Antonio che cominciavano a rivendicare le proprie libertà. Da ciò la suddivisione delle aree politiche di “propria” competenza: Remo Gaspari referente per le aree Val di Sangro e Vasto e i nostri Buracchio e la Nenna D’Antonio a gestire, sempre politicamente, l’area di Chieti e tutta la vallata di Chieti Scalo. Da allora è iniziato, secondo il mio parere, il declino della città di Chieti.

Vorrei ricordare alcuni possibili obiettivi dell’epoca: il Corpo della Guardia di Finanza era intenzionato alla costruzione della Scuola Allievi nell’area scalina: dopo oltre dieci anni di chiacchiere la Scuola è sorta invece a L’Aquila!  Successivamente la Scuola allievi Carabinieri Benevento, che già operava in Chieti Scalo, viene chiusa. Lo scorso anno, il 123° Btg dell’Esercito che aveva la sede nella zona di Sant’Anna è stato chiuso. Ora, anche il Dipartimento Militare di Medicina Legale ha chiuso i propri battenti. Fra pochi anni ( si parla di 3 / 4 anni) chiuderà anche il Distretto Militare. A tutto questo si aggiunga lo spostamento dal centro cittadino di numerosi uffici, dalla Camera di Commercio all’INPS, all’INAIL, all’Ospedale Civile fino all’Università ed altre..

Cosa è rimasto a Chieti? Chi sostituisce “quella” economia? Di chi è la colpa di tutto questo?

La Scuola Allievi Guardia di Finanza avrebbe movimentato circa 1200 allievi ogni anno con relativo giuramento. Scuola Allievi Carabinieri Benevento: movimento di circa 1200 allievi ogni anno; il 123° Btg aveva anch’esso un movimento di circa 1200 militari l’anno. L’ex Ospedale Militare, che aveva quale competenza territoriale dal Molis, Abruzzo, Marche, Emilia Romagna (fino a Bologna), anch’esso oggi chiuso, aveva per la “sola” medicina legale un volume di oltre 9.000 presenze l’anno.

Se si fa la somma delle persone che non verranno più a Chieti si può immaginare l’esito della economia locale: non meno di 20/25000 persone l’anno. Ora  vediamo quotidianamente negozi che chiudono, attività commerciali sofferenti. In tutti questi anni, abbiamo visto un susseguirsi di politici che, a parere mio e di molti altri a me vicini, mai si sono interessati a queste strutture e conseguentemente all’economia locale. Oggi sentirli lamentarsi per una economia assente, con la gente sempre più sofferente, mi sembra assurdo.

Io che ho operato presso il Dipartimento Militare di Medicina Legale ho notato in questi anni la totale assenza dell’apparato politico volto a capire e orientare l’economia locale. Mi risulta che il buon ex sindaco Cucullo non voleva la presenza dei militari nella città! Abbiamo visto il buon Ricci che firmava la cessione (o qualcosa del genere) della struttura che ospitava l’Ospedale Militare; abbiamo visto la totale assenza dell’attuale sindaco Di Primio in tutto il susseguirsi della vicenda inerente la chiusura della struttura ospedaliera!

 Ha “scritto” una o forse due lettere al Ministero! Non lo abbiamo mai visto vicino ai lavoratori della struttura o sentito esprimere qualche rammarico per i dipendenti. Questo significa interessarsi della città? Questo significa interessarsi della economia locale?

Un altro appunto, anche se parziale, mi sia concesso esprimere anche nei confronti della stampa locale che riportava “semplicemente” qualche informazione perché qualche sindacato “chiedeva”  ospitalità per i propri comunicati! Questa è la stampa locale?

Concludo. A chi interessa la città di Chieti? Ai cittadini, al sindaco o a me che non sono di questa città?

Elio Masci

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