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È polemica anche sulla riapertura dei bagni pubblici: "In queste condizioni non sono sicuri"

Il consigliere comunale Liberato Aceto scrive una lettera al sindaco di Chieti in merito alla riapertura di alcuni bagni sul colle e allo scalo e chiede spiegazioni

In città riaprono i bagni pubblici ma il consigliere di opposizione della Lega, Liberato Aceto, scrive una lettere al sindaco collega medico per porre l’attenzione su alcuni criteri igienici a suo parere da non sottovalutare in piena pandemia e accusa velatamente l'amministrazione di aver agito "frettolosamente".

“In momento in cui le norme igieniche e sanitarie previste per i luoghi frequentati dai cittadini sono di fondamentale importanza per la prevenzione del contagio e della diffusione del coronavirus e delle sue varianti, vengo a manifestarLe la mia  preoccupazione per  la frettolosità e la leggerezza con cui questa amministrazione ha provveduto alla riapertura di luoghi di uso comune, attualmente ad alto rischio infettivo. 

E non può bastare - sostiene Aceto- come da lei dichiarato, che 'i locali saranno igienizzati ogni giorno per consentirne l’uso in sicurezza'. La nuova consapevolezza dell'importanza dell'igiene emersa con la pandemia Covid-19 ha messo in luce diversi aspetti nell'organizzazione degli spazi pubblici che andranno ripensati, per ridurre le possibili occasioni di contagio. Molto si è parlato dei mezzi di trasporto, ma tra i primi servizi che andranno riprogettati,  anche in vista di un allentamento dei lockdown, ci sono i bagni pubblici”.

Liberato Aceto chiede a Ferrara se a Chieti sia stato fatto tutto questo o se ci si sia affrettati a riaprire i bagni pubblici “perché era un impegno preso in campagna elettorale e farlo adesso era solo e semplicemente una risposta alle spinte populistiche che tanto voi di centrosinistra rinfacciate a noi di centrodestra?”.

E cita un articolo del Guardian, secondo cui

“le toilette potrebbero trasformarsi in una delle prime finestre di contatto tra le particelle virali veicolate dalle mani o dalle deiezioni  e i nuovi organismi da contagiare. Il loro design andrà riprogettato per renderle baluardi di prevenzione e non nuovi focolai di infezione. Le istituzioni e gli organi preposti al controllo dovranno lavorare insieme per ridurre al minimo le necessità di contatto con superfici potenzialmente contaminate e allo stesso tempo aumentare la fiducia degli utenti in questi spazi”.

“Servono allora water autopulenti e sistemi per sanificare l'intera toilette non appena la porta si chiude, prima dell'ingresso successivo. Per i cosiddetti vespasiani  dovrebbero stare a una distanza di circa 1,5 metri l’uno dall’altro.

Tutto ciò – afferma ancora Aceto - non mi sembra che sia stato previsto nei bagni pubblici appena riaperti! Quanto ai lavandini, oggi l'Oms raccomanda di chiudere il rubinetto usando una salviettina di carta, dopo che ci si è lavati accuratamente le mani. Questa procedura evita una possibile nuova contaminazione quando si è sicuri di avere le mani pulite. Estendere sensori e fotocellule a tutti i nuovi rubinetti ridurrebbe drasticamente le occasioni di contatto con queste superfici. Ma occorrerebbero anche uscite automatiche senza maniglie, per evitare il contatto con eventuali particelle virali lasciate da chi non si è lavato correttamente le mani. Tutto ciò è stato fatto?”.
 

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