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"No al passaggio della gestione idrica all'Aca, si ritiri la delibera"

I consiglieri Febo (Chieti per Chieti) e Zappalorto (Pd) hanno spiegato in conferenza stampa i motivi per cui, per loro, un passaggio del genere non converrebbe né alle tasche dei contribuenti, né al Comune con le casse in sofferenza, né tantomeno ai lavoratori di Teateservizi, perché 8 di loro rimarrebbero senza un posto

L’opposizione chiede il ritiro della delibera sul trasferimento del servizio idrico all’Aca, che sarà discussa domani (mercoledì 23 dicembre) in consiglio comunale. Ieri mattina (lunedì 21 dicembre), i consiglieri Luigi Febo (Chieti per Chieti) e Chiara Zappalorto (Pd) hanno spiegato in conferenza stampa i motivi per cui, per loro, un passaggio del genere non converrebbe né alle tasche dei contribuenti, né al Comune con le casse in sofferenza, né tantomeno ai lavoratori di Teateservizi, perché otto di loro rimarrebbero senza un posto. 

Per Febo e Zappalorto, che rappresentano anche i colleghi consiglieri dei rispettivi gruppi, bisogna continuare a lavorare in commissione sulla gestione idrica “per trovare la soluzione migliore”. 

La legge regionale del 2011, infatti, stabilisce che gli Ato vadano aboliti, che le loro competenze vengano affidate all’ Ersii (Ente regionale per il servizio idrico integrato) e che gli investimenti per il servizio idrico integrato vadano decisi in quattro Assi (Assemblea dei sindaci del servizio idrico integrato), uno per ogni provincia, con la gestione a società esterne. Lo scorso 27 ottobre, il Comune di Chieti ha ricevuto una diffida dal commissario Ersii, insieme ad altri tre comuni abruzzesi, per non essersi adeguato alle nuove disposizioni. “Eppure - spiega Febo - il consiglio comunale nel novembre 2013 aveva già deliberato sul trasferimento delle reti idriche a titolo gratuito. Quella delibera, la 68 del 2013, non è mai stata impugnata, dunque per noi la diffida non ha valore”. 

Ma perché Pd e Chieti per Chieti dicono no alla gestione Aca? “Si tratta di una società fallimentare - spiegano Febo e Zappacosta - a cui non è ancora stato concesso il concordato preventivo. I debiti ricadranno sui cittadini di Chieti che non ha determinato quel buco. Inoltre, in nessun caso l’Aca ha rimborsato i Comuni che hanno aderito alla gestione unica le rate di mutuo e nel caso di Chieti si tratta di più di 1 milione l’anno”. Cifre che andrebbero a ripercuotersi sulle bollette: secondo quanto accaduto nei Comuni che hanno già deliberato il passaggio all’Aca, i conti dell’acqua potrebbero aumentare del 27,8 per cento nei condomini, ma fino all’87 per cento in più nelle abitazioni più piccole. 

A questo si aggiunge il fatto che la delibera non dice nulla sulle pendenze dell’Aca verso il Comune, né chiarisce il destino degli 8 lavoratori di Teate Servizi attualmente addetti alla gestione idrica: si tratta di 4 letturisti, 3 amministrativi e un tecnico.   

Ma c’è di più: secondo i consiglieri di opposizione, non avrebbe senso scegliere il gestore di riferimento dell’Assi pescarese, quando il Comune di Chieti siede in quello, appunto, del chietino, che ha come società di riferimento la Sasi, “più florida”. 

“Se proprio il passaggio si deve fare - dicono Zappalorto e Febo - la riforma va fatta per bene, anche con la tariffa unica regionale. Chiediamo di ritirare la delibera, prendendoci 60 giorni di tempo per continuare a lavorare in commissione e trovare un punto d’incontro che tuteli cittadini, lavoratori ed ente”.

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