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Raddoppio ferrovia, il Governo potrebbe deviare i fondi verso altre opere, ma il Comune non cede sul ricorso al Tar

Delle novità odierne si è parlato stamani nella riunione congiunta della commissione speciale per studi e inchieste temporanee sul progetto e la III commissione sviluppo del territorio

Nuova seduta congiunta per la commissione speciale per studi e inchieste temporanee sul “Progetto raddoppio tratta ferroviaria Roma-Pescara” e la III commissione sviluppo del territorio, presiedute dai consiglieri Vincenzo Ginefra e Pietro Iacobitti. All’ordine del giorno della riunione odierna, doveva esserci il ricorso al Tar da parte del Comune di Chieti, ma i lavori sono stati incentrati sulla notizia diffusasi in mattinata della possibile deviazione dei fondi Pnrr dedicati al progetto che interessa gran parte del territorio comunale, verso altre opere.

“Evidentemente si sono accorti che ci sono delle criticità, forse proprio quelle che i sindaci delle città coinvolte hanno da tempo evidenziato, purtroppo senza successo, sia durante le sedute del dibattito pubblico, sia durante la conferenza di servizi a Roma", dicono il sindaco Diego Ferrara e i due presidenti Vincenzo Ginefra e Pietro Iacobitti.

"Oggi - spiegano - in commissione avremmo dovuto fare il punto sul ricorso al Tar che comunque presenteremo sull’opera e relazionare circa lo stato dell’interlocuzione avuta la settimana scorsa a Roma con la Regione ed Rfi, che avevano voluto sentirci in merito alle eventuali compensazioni chieste per la realizzazione del progetto attuale. Noi abbiamo ribadito il nostro no, anche in quella sede, riservandoci di relazionare e condividere con la commissione e con i comitati dei cittadini una risposta alle richieste sulle compensazioni. Di questo avremmo dovuto discutere oggi, ma il tema è stato però superato dalla notizia del probabile disimpegno dei fondi per il progetto da parte del Governo. Se questa notizia dovesse essere confermata e speriamo di saperlo chiaramente dai soggetti istituzionali coinvolti, Regione in primis e semmai dovesse partire un nuovo percorso per la realizzazione di questa opera, chiederemo con forza che vengano considerate le nostre proposte alternative, quelle che ridurrebbero l’impatto e che finora non sono state accolte”.

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