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Sabato, 20 Aprile 2024
Politica San Giovanni Teatino

Raddoppio ferrovia: il sindaco si incatena per protesta, ma il Pd accusa la sua amministrazione e la precedente

Per il circolo di San Giovanni Teatino, si sarebbe potuto fare di più negli anni passati, quando il progetto dell'alta velocità venne presentato

"Le amministrazioni di Marinucci e a seguire quella di Di Clemente non sono state all'altezza della situazione". È l'accusa del circolo del Partito Democratico di San Giovanni Teatino sull'annoso tema del raddoppio della linea ferroviaria Pescara-Roma. Un attacco che arriva a poche ore dall'azione dimostrativa annunciata dall'attuale sindaco, che oggi si incatenerà simbolicamente al passaggio a livello di corso Italia.

“Alcune delle problematiche connesse - accusa il Pd - potevano essere evitate o mitigate con scelte amministrative più oculate e trasparenti. Un errore grande aver puntato sull’interramento per evitare la chiusura del passaggio a livello su corso Italia, al centro dell’abitato di Sambuceto, senza aver chiari i tempi, i costi e soprattutto la reale fattibilità, visto che il terreno, nell’area interessata, è letteralmente intriso di acqua e che la larghezza dello scavo comporterebbe la demolizione di alcuni fabbricati a ridosso della linea ferroviaria. A ciò si aggiunge il mancato coinvolgimento della cittadinanza se non adesso, quando ormai i vincoli del Pnrr, che pur non finanziando direttamente l’opera nel tratto Pescara-Chieti Scalo, di fatto lo vincolano alla messa in servizio entro il 2026. Un trinomio, finanziamenti-costi-tempi, che a nostro giudizio rende molto complessa la percorribilità di qualsiasi soluzione alternativa al raddoppio dei binari nel sedime della linea ferroviaria esistente".

Per il Partito Democratico, l'amministrazione Marinucci avrebbe dovuto agire nel 2018, " quando l’opera è stata presentata in un incontro pubblico": "se avesse compreso che la proposta dell’interramento comportava tali criticità e avesse 'allora' mobilitato la comunità, coinvolto le associazioni, i partiti, la società civile (e non solo i residenti limitrofi alla ferrovia, in una sorta di circolo esclusivo di soli diretti interessati) - prosegue l'accusa - creando così un movimento di opinione maggiormente rappresentativo, si sarebbe potuto puntare anche a soluzioni alternative 'forti'. Una di queste poteva essere lo spostamento della linea, concertandola insieme ai Comuni vicini e parimenti interessati come Pescara e Chieti. Ci sarebbe stato il tempo, il modo e la forza per convincere Rete ferroviaria italiana a valutare soluzioni alternative e meno impattanti".

Il Pd punta il dito anche contro la Regione Abruzzo che avrebbe "lasciato i territori completamente abbandonati al loro destino, venendo meno al ruolo di rappresentanza e di garante della tutela dei diritti delle comunità, dei loro territori e del loro benessere. È doveroso quindi valutare anche le altre soluzioni oggi sul tavolo: il sottopasso a traffico selezionato e con attraversamento ciclopedonale potrebbe essere una soluzione dignitosa, ma la presenza delle antiestetiche barriere antirumore in prossimità dei fabbricati purtroppo sarebbe inevitabile. Insomma, si poteva fare di necessità virtù, trasformando il problema in un’opportunità, ma adesso purtroppo resta solo il problema”.

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