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Raccolta fondi per piazza San Giustino, Marcozzi: “Grave il rifiuto dell’amministrazione comunale”

La vicenda è nota: il sindaco e la sua maggioranza non si sono presentati alla consegna ufficiale dei 7mila euro raccolti online da un gruppo di cittadini

“Nell’epoca della ‘politica della partecipazione’, il rifiuto da parte della Giunta di Chieti dei fondi raccolti in favore degli scavi archeologici in piazza San Giustino può rappresentare un grave, incredibile e anacronistico episodio, tale da scoraggiare chiunque voglia mettersi al servizio dell'istituzione pubblica”. A criticare l’atteggiamento dell’amministrazione comunale si unisce la capogruppo M5S in Regione Abruzzo, Sara Marcozzi. 

La vicenda è nota: il sindaco e la sua maggioranza non si sono presentati alla consegna ufficiale dei 7mila euro raccolti online dai cittadini nella campagna a ‘Chieti è anche mia’, per sostenere i lavori coordinati da Soprintendenza e Comune,  frutto di piccole donazioni individuali.
“Decine e decine di cittadini – prosegue Marcozzi. hanno messo mano al portafogli per dare un aiuto economico concreto a un Ente in dissesto, donando la cifra di settemila euro per contribuire a riportare alla luce una parte della storia della nostra città, in modo da dare contestualmente una spinta al rilancio economico e turistico di Chieti. Vedere che, invece di ringraziare i cittadini, la giunta si volta dall'altra parte, accampando non meglio precisate normative per non accettare la somma di denaro e ignorare la volontà dei cittadini di investire nel futuro della nostra città, è quanto di più lontano ci si possa aspettare da un'istituzione”.

E aggiunge: “È peraltro una decisione maturata con colpevole ritardo. Sono settimane che in città si parla della raccolta fondi e non si era mai fatto esplicito riferimento all'impossibilità burocratica di accettare tale donazione. Per questo chi si trova alla guida del Comune ha il dovere di dare spiegazioni ben più dettagliate al riguardo, anche perché un'amministrazione che non si presenta alla consegna di una donazione che ha l'obiettivo di stimolare la valorizzazione turistica della propria città, dà una pessima immagine di sé, comunque la si voglia vedere. Il nome della raccolta fondi è 'Perché Chieti è anche mia', ma vicende così mettono in dubbio anche questo concetto base della cittadinanza e dell'appartenenza a una comunità. Si faccia chiarezza subito”.
 

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