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Province, D'Amico: "Basta strumentali campanili"

D’Amico: “Giusta e condivisibile la posizione dei sindaci di Vasto, Lanciano, Avezzano e Sulmona, ma è più che mai urgente avviare una seria, partecipata e condivisa discussione di riorganizzazione politica ed istituzionale complessiva”

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di ChietiToday

“L’inutilità e la dannosità di una discussione fatta a pezzi, dove si alimentano solo strumentali campanili,  sta palesando ogni giorno di più che era il caso di soprassedere in un processo necessario ma da fare in tempi migliori; con più forza affermo che, ragionevole sarebbe, rinviare la ripresa della discussione del riordino delle province, contestualmente agli livelli istituzionali, a dopo le elezioni della primavera prossima avendo a mente d’iscrivere l’argomento come priorità ed assumendo un impregno concreto ed assoluto da parte di tutte le forze politiche. Il pericolo è reale che, le animate discussioni di questi giorni, serviranno solo a lacerare animi e territori dove però al cittadino elettore sfugge il vero merito della questione, che è consistente al solo pensiero della perdita di molti uffici pubblici ed amministrativi oggi presenti laddove esistono le province, facendo invece emergere e pensare della sola difesa di posti di governo comunque poco costosi e già messi a serio repentaglio dai contenuti del decreto salva Italia verso la quale pende un pesante giudizio d’incostituzionalità. Hanno sicuramente ragione i Sindaci di Vasto, Lanciano, Avezzano e Sulmona quando affermano che il processo di riordino deve rappresentare un forte decentramento amministrativo verso i territori piuttosto che assistere ad una nuova concentrazione verso le già presenti province. Ciò sostanzierebbe un ulteriore depauperamento ed impoverimento della restante parte del territorio.  Bene sarebbe, pertanto, lasciare le cose così come stanno adesso od al massimo proporre un dimensionamento provinciale minimale che sostanzi una situazione transitoria rinviando il tutto a dopo le elezioni politiche e regionali del prossimo anno.

Anche la regione dovrà rivedere la propria organizzazione politica,istituzionale ed amministrativa potendo conferire alle province nuove e più utili funzioni oltre quelle stabilite dalle legge  (edilizia scolastica, viabilità, coordinamento in materia urbanistica, ambientale e di trasporto locale) riducendo gli enti strumentali oltre ai costi diretti di funzionamento. Nel frattempo, in attesa che anche per il sistema di elezione torni ai cittadini anche per le nuove province che nasceranno, utile e necessario è che Chieti resti tutt’intera anche perché è l’unica che ha entrambi i requisiti previsti dalla spending review; questo è un elemento di grande chiarezza in una confusione che si sarebbe potuto evitare”.

 

 

 

 

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