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Project financing, Forza Italia: "E' un disegno che affossa la sanità teatina e l’università di Medicina"

Febbo, Vitale e Micomonaco in conferenza stampa spiegano perchè, secondo loro, il progetto sia un tentativo di trasformare il SS. Annunziata in Dea di primo livello e sottrarre l'università

Ancora molte ombre e procedimenti poco chiari sul project financing per il nuovo ospedale di Chieti secondo Forza Italia. Questa mattina a Chieti Scalo il presidente della commissione di vigilanza Mauro Febbo ha convocato l'ennesima conferenza stampa sul tema chiedendo spiegazioni a Regione e Asl.

Verbale del 13 marzo scorso alla mano, accanto al consigliere provinciale Emiliano Vitale e al consigliere comunale Maura Micomonaco, Febbo ha ribadito le criticità circa la procedura relativa alla nuova costruzione, demolizione, ristrutturazione definitiva ed esternalizzazione dei servizi dell'Ospedale clinicizzato chiedendo chiarezza su alcuni punti.

“Ad oggi, infatti, non ci sono ancora risposte ufficiali su questioni fondamentali - ha spiegato - come l’esito dell’eventuale interlocuzione tra il presidente D’Alfonso e il presidente Variati circa il problema con la Provincia di Vicenza in merito al rispetto delle norme di collocazione al lavoro dei disabili da parte della ICM SpA, ragione per cui il RUP della Asl non potrebbe attestare la compiutezza documentale; conoscere, se composto e insediato, l’atto istitutivo di un apposito organo collegiale tecnico vista la volontà della Regione di avocare a sé la competenza della procedura di ‘pubblico interesse’; sapere da parte del direttore generale della Asl se è stata costituita, e da chi è composta, la Commissione per valutare nel merito la proposta del project financing sul piano tecnico ed economico-finanziario; come mai non è stato più costituito il pool di tre esperti in materia giudico/amministrativa come previsto nell’incontro del 29 dicembre scorso. D’Alfonso dovrebbe spiegarci come mai nell’ultima riunione si sono registrate le assenze pesanti dell'avvocato Mastrangelo e dell'ingegner Manci, visto che erano i professionisti che avevano sollevato dubbi amministrativi e procedurale sul progetto". 

Febbo ha anche ricordato che il termine e le condizioni per approvare e dichiarare la pubblica utilità del progetto sono ormai scaduti e rendono inadeguata qualsiasi ulteriore valutazione da parte degli organi che il presidente D’Alfonso chiama in causa. "Ma ora, addirittura si invoca una nuova Commissione che deve valutare sul piano tecnico ed economico finanziario un progetto già presentato da tempo - rimarca - e ciò conferma che il progetto è irricevibile e irrealizzabile; inoltre sorge il dubbio che forse tale commissione ha il solo fine di avallare un progetto assolutamente sbagliato nelle premesse e nelle finalità e pertanto non presenta nessun requisito tecnico, giuridico, economico e sanitario per la sua realizzazione. Attualmente la proposta è irricevibile perché formalmente carente e comunque qualsiasi valutazione andava fatta preventivamente e non ora ingenerando una condizione di vantaggio per il proponente che nel frattempo si adegua alle richieste della Regione con un evidente contrasto con l’evidenza pubblica e in conflitto con qualsiasi principio di buon andamento e trasparenza della pubblica amministrazione, ingenerando inoltre aspettative che potrebbero avere riflessi risarcitori dovuti ad una ingiustificata pressione del presidente D’Alfonso che vuole  far avanzare per forza un progetto che presenta numerose ed evidenti criticità. Oggi assistiamo a un vera e propria ‘pressione’ nei confronti del RUP di cui il presidentearriva addirittura a chiedere "la sostituzione” per un “evidente mancanza di collaborazione”.

"Crediamo che dietro tutto questo farraginoso progetto di project financing – concludono Febbo, il consigliere  provinciale Vitale e il consigliere comunale Micomonaco  – ci sia un disegno più ampio e preciso. Ossia declassare la sanità teatina a Dea di primo livello, con la conseguente perdita dei reparti Clinicizzati come ha ampiamente illustrato e denunciato il professor Mastropasqua e i trecento sottoscrittori del documento, e realizzare il Dea di secondo livello di Pescara con il trasferimento dei reparti Universitari. Un disegno che denunciamo ormai da mesi e mesi, che sembrava una nostra 'trovata' politica elettorale ma che con il passare del tempo diventa sempre più concreta e che finalmente anche altri a partire dall'Università comincia a capirne la pericolosità. Da parte nostra la più totale contrarietà che porteremo alle estreme conseguenze”. 

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