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Pompilio (Azione politica) eletta in commissione ma è bagarre politica, l'opposizione: "Maggioranza spaccata"

Questa mattina si è svolta la Commissione Statuto e Regolamento per rieleggere il presidente di Commissione dopo le dimissioni della consigliera Barbara Di Roberto (Pd)

Questa mattina si è svolta la Commissione Statuto e Regolamento, convocata dal presidente del consiglio comunale, Luigi Febo per rieleggere il presidente di Commissione dopo le dimissioni della consigliera del Partito Democratico, Barbara Di Roberto.

All'esito delle votazioni la consigliera più eletta è risultata Serena Pompilio (Azione politica) con 11 voti validi, seguita dalle consigliere Di Roberto (Pd) e De Gregorio Porta (Chieti per Chieti), entrambe con 9 voti, a cui si sono aggiunte 2 schede bianche. Assente il consigliere di opposizione Giampiero Riccardo.

Dopo l'esito del voto, però, si è scatenato il caos. Serena Pompilio ha ringraziato "tutti i gruppi consiliari che hanno inteso oggi darmi la loro fiducia in seno alla VI Commissione nominandomi presidente. Prendo atto che il mio apporto costruttivo ed obiettivo a questa amministrazione è condiviso e apprezzato da molti come conferma l’odierna elezione. Continuerò su questa strada mettendo a disposizione le mie competenze nel rispetto del mandato conferitomi questa mattina ringraziando per l’ottimo lavoro profuso la ex Presidente Barbara Di Roberto". 

I consiglieri di opposizione Carla Di Biase (Fratelli d'Italia), Liberato Aceto (Lega), Maurizio Costa (Forza Chieti), Mario De Lio (Udc), Bruno Di Iorio (Bruno Di Iorio sindaco), Giampiero Riccardo (Chieti Viva) hanno denunciato il "comportamento di Luigi Febo che al posto di proclamare la consigliera Pompilio nuovo presidente ha arbitrariamente deciso di ritenere infruttuosa tale votazione e di dover procedere a nuova votazione in un'altra seduta da convocare".

La capogruppo di Fdi, Carla Di Biase ha chiesto di "mettere a verbale che tale votazione che oltre ad essere valida, ha visto la leggittima elezione della collega Pompilio".

Per Maurizio Costa questa è "l'ennesima dimostrazione che questa maggioranza non c'è più".   

Per consiglieri di opposizione "ci troviamo di fronte all'ennesimo atto di arroganza e prevaricazione di questa maggioranza. Rimaniamo basiti di fronte alla decisione del Presidente Febo,  uomo di decennale esperienza all'interno dell'istituzione, il quale ha giustificato la sua decisione dietro alla scelta della Pompilio di non votare sempre i provvedimenti dell'amministrazione. Ricordiamo al presidente Febo che l'avvocato Pompilio, è stata eletta in seno alla maggioranza, nei confronti della quale si è più volte mostrata critica, ma da cui  non hai presentato atto formale che ne formalizza l'uscita. Motivo tra l'altro che non inficerebbe la sua elezione perché in nessun atto giuridico è richiesta la appartenenza alla maggioranza, ma solamente il raggiungimento del maggior numero di voti. Pur comprendendo le motivazioni dei contrasti che vedono emergere crepe di questa forzata amministrazione, non riteniamo giusto che venga così esautorato il nostro ruolo di consiglieri comunali. Oggi abbiamo assistito ad un atto di sopraffazione tale da dover decidere di richiedere un parere di interpretazione al segretario generale e, ove se ne ravveda la necessità,  ad adire la magistratura competente e le vie legali. Sono mesi che non riusciamo a svolgere il nostro lavoro a causa dei contrasti creatisi all'interno della maggioranza, contrasti che hanno visto il loro culmine nelle dimissioni della consigliera Di Roberto, nella mancata elezione in provincia della consigliera di Silvia Di Pasquale e, soprattutto, nell'immobilismo delle Commissioni. Il tutto sotto l'imbarazzante silenzio di sindaco e vice sindaco che oltre a selfie, post e comunicati nulla stanno producendo da due anni a questa parte se no ulteriore indebitamento e aumento di tasse per i cittadini".

Per Serena Pomilio quello che è accaduto "denota una volta di più la scarsa applicazione dei più elementari principi democratici del resto non ci si può attendere nulla di diverso da chi ricoprendo formalmente il ruolo di presidente del consiglio (Luigi Febo ndr) e sostanzialmente anche quello di assessore all’urbanistica incarna un vulnus democratico senza precedenti".

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