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Pd teatino contro l'ordinanza di Marsilio: "Riapre nidi e scuole dell’infanzia senza vaccinazioni"

Le consigliere comunali Di Roberto e De Luca criticano l'ordinanza regionale. "Un piano vaccinale certo, definito e definitivo nella nostra Regione continua a mancare"

Il Pd di Chieti critica l’ordinanza regionale che consente la riapertura di asili nido e scuole dell’infanzia (che a Chieti, però, resteranno chiusi per un’altra settimana, come disposto dal sindaco). 

Le consigliere comunali Pd Valentina De Luca e Barbara Di Roberto si chiedono perché anticipare di una settimana la riapertura rispetto alla data prevista per le scuole primarie?  Settimana che, sostengono, può incidere sull’ulteriore contenimento dei contagi e magari anche decongestionare le strutture sanitarie. 

Perché “lasciare col cerino in mano i vari sindaci che già hanno le spalle cariche della questione dell’ordine pubblico e l’organizzazione logistica di screening e vaccinazioni?” O ancora, “che senso ha lasciare aperti nidi ed infanzia se al personale non è stato ancora somministrato il vaccino?” “Domande senza risposta – incalzano De Luca e Di Roberto -, che legittimano un senso profondo di sfiducia per la giunta Marsilio, che non supera la prova di coerenza e buona gestione su tutto e sulla sanità in particolare”. 

La consigliera De Luca ricorda che “i minori di 6 anni non possono effettuare vaccini. Per loro l’uso delle mascherine non è obbligatorio. La variante inglese del Covid-19, che ha determinato lazona rossa per il Comune di Chieti, tra gli altri, colpisce anche loro. Imporre distanziamento a bambini che in maniera innata hanno bisogno di contatti umani nei giochi e nelle attività loro proprie, è difficile se non impossibile anche per la migliore delle maestre”.

“Gli ospedali sono già a livelli di saturazione. L’indice Rt di contagio – aggiunge Di Roberto -  si è sì abbassato, ma di pochi punti percentuali, forse a ben vedere, proprio grazie alle misure restrittive adottate anche per il mondo della scuola. E cosa fa la Regione Abruzzo il giorno prima dell’entrata in vigore del nuovo Dpcm, e nel tardo pomeriggio di un qualunque venerdì sera? Decide di riaprire le scuole dell’infanzia 7 giorni prima di quanto previsto per quelle primarie. Il caos che ne scaturisce sul nostro territorio è logico e dovuto. Nelle ultime 24 ore – racconta - i telefoni dell’intera amministrazione teatina, consiglieri comunali inclusi, sono in tilt. Giustamente i nostri concittadini, il personale scolastico ed educativo, e soprattutto le famiglie, si aspettano chiarimenti da chi è a loro più vicino, ossia il Comune. Le decisioni sin qui prese, anche rigide e che hanno sollevato critiche in certa parte della città, non sono state e non sono facili: la situazione richiede una mediazione e il buon senso di porsi a favore tanto dei bambini, quanto delle famiglie in difficoltà sull’accudimento degli stessi, dovendo continuare la propria attività lavorativa e professionale”.

Intanto, come ricordano le consigliere di magioranza teatine “un piano vaccinale certo, definito e definitivo nella nostra Regione continua a mancare, tanto che in altre province si procederà con chiamate a sorteggio. Siamo agli ultimi posti su scala nazionale nel rapporto popolazione e dosi somministrate, e leggiamo delle rassicurazioni di giunta regionale e Asl2 che promettono la copertura con la prima dose, prima appunto, per tutto il personale scolastico da qui al 15 marzo. Ce lo auguriamo, sia per i lavoratori del mondo dei servizi nido ed infanzia, sia per i bambini”. 
 

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