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Ospedale di Guardiagrele, l'ex sindaco contro la Asl: "Fa solo propaganda"

Il gruppo consiliare Guardiagrele il bene in comune chiede "soluzioni concrete"

"Denunciamo il contrasto evidente tra quello che si proclama e quello che risulta dalla realtà". A dirlo è il gruppo consiliare Guardiagrele il bene in comune dell'ex sindaco Simone Dal Pozzo rivolgendosi alla Asl di Lanciano-Vasto-Chieti in merito agli investimenti del Pnrr.

“Quello che Iniziamo con il dire che dei circa 25 milioni di euro per la provincia di Chieti messi a disposizione dal governo, gli investimenti su Guardiagrele ammontano ad appena 660mila euro, una spesa che, confrontata con quella per gli altri 14 comuni interessati, vede la  nostra città in terzultima posizione, prima dei 360mila euro previsti per San Vito e dei 400mila previsti per Castiglione Messer Marino". 

L'ex sindaco si chiede "come mai ci si limiti negli investimenti se, come ci viene detto ormai da quasi tre anni, a Guardiagrele si pensa addirittura alla riattivazione di posti letto. Della nuova rete ospedaliera regionale non c’è traccia e, soprattutto, Guardiagrele, anche in questa nuova programmazione chiesta dal Pnrr, non riesce ad avere una concreta autonomia rispetto a Chieti. Basti dire che il capoluogo in questa fase si vede assegnati oltre 7 milioni di nuovi investimenti, 10 volte di più rispetto ai centri minori. Non c’è nessuna proporzione e, al di là di tagli di nastri e inaugurazioni, non si vede nulla. La Asl, inoltre, parla di un adeguamento strutturale per oltre 4 milioni, ma non si dice che questo progetto è da anni negli atti della ASL senza che mai abbia avuto seguito".

Poi il tema del personale in servizio a Guardiagrele. Sono mesi che si continua a dire che è in arrivo una unità al Punto di Primo Intervento, si annuncia l’aumento di specialisti e si garantisce l’aumento di ore di servizio in Radiologia. È una menzogna – afferma deciso il gruppo politico – visto che nulla di tutto questo è avvenuto. Non lo diciamo noi – precisa  la nota – basta chiedere a chi conosce bene la situazione all’interno del presidio e che vive ogni giorno i disagi di una programmazione che si discute nelle stanze del potere e non entra nei luoghi in cui le difficoltà aumentano.  Le garanzie offerte da Mauro Febbo in una manifestazione appena lo scorso dicembre non hanno avuto nessun seguito. Riunioni, confronti, proposte, ma il personale dell’emergenza è ridotto ai minimi termini e nessuna novità è realmente all’orizzonte".

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