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Offese di Marsilio alla giornalista Lucarelli, Di Roberto (Pd): "Dov'è la solidarietà degli esponenti teatini di centrodestra?"

La consigliera di maggioranza fa riferimento a quanto accaduto a gennaio con il commento dell'assessore Raimondi a Letta (Lega)

"Dov'è la solidarietà nei confronti della Lucarelli e la presa di distanza dal commento social del presidente Marsilio?". Così la consigliera teatina del Partito Democratico Barbara Di Roberto si rivolge agli esponenti locali del centrodestra, dopo la vicenda del botta e risposta tra la giornalista di origini abruzzesi e il presidente della Regione Abruzzo, in un post che parlava delle offese rivolte alla leader di Fratelli d'Italia, Giorgia Meloni.

La questione, in realtà, affonda le radici a qualche settimana fa. È il 24 gennaio scorso quando la consigliera della Lega Emma Letta chiede al sindaco Diego Ferrara di condannare la definizione "escort" del giornalista Alan Friedman all'indirizzo della ex First Lady statunitense Melania Trump. Il primo cittadino esprime la solidarietà della città nei confronti della Trump.

Ma, qualche ora dopo, la consigliera Di Roberto pubblica sul suo profilo l'articolo che parla della vicenda. Si innesca uno scambio di commenti con l'assessore Enrico Raimondi, che scrive una frase fraintendibile e intesa da molti come un'offesa a Letta. "Una minorata" è digitato sotto il post: il commento viene subito rimosso, ma lo screenshot fa immediatamente il giro del web, scatenando la bufera. 

La stessa Letta e la capogruppo di Fratelli d'Italia Carla Di Biase lasciano l'intergruppo femminile, il centrodestra chiede le scuse di Raimondi (arrivate a stretto giro) e fa polemica sulla mancata solidarietà alla consigliera leghista da parte delle colleghe dell'assise civica, il "fuoco amico" di Articolo 1 richiama Raimondi a "una maggiore sobrietà". Alla fine, il sindaco Ferrara cerca di mettere un punto, parlando di "commento decontestualizzato".

Qualche giorno dopo, in consiglio comunale, il consigliere della Lega Liberato Aceto ritorna sul punto, attaccando le consigliere che non hanno espresso alcuna solidarietà nei confronti della Letta. 

La questione sembra finita così, ma oggi torna a riaccendersi e diventa una questione anche politica.

“A 24 ore dall’accaduto nei confronti della Lucarelli, donna come la signora Trump, giornalista che nell’esercizio della propria professione ha espresso personale visione sulle richieste di scuse e solidarietà alla leader di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni - attacca Barbara Di Roberto - constato soltanto un assordante silenzio social e giornalistico dei diversi esponenti politici di centrodestra a Chieti. Tanto mi basta per affermare che il teatrino mass-mediatico messo su dai vari protagonisti istituzionali, compresi gli ex, nei miei personali confronti era, ed è, strumentale propaganda di chi non vuole prendere atto che, al netto delle preferenze personali  che con fare adolescenziale ogni volta ricordano (numeri e non sostanza nei quali si riconoscono evidentemente), sono minoranza in una città che ha sonoramente bocciato il loro decennale operato di governo".

"Reputo questo - incalza l'esponente Pd - un 'fatto grave' che andrà istituzionalizzato tanto quello volontariamente voluto dall’ex presidente del consiglio comunale di Chieti, in diretta streaming l’8 febbraio, e da me subito pur in mancanza di specifica menzione, che avrebbe sicuramente comportato un legittimo fatto personale, come gli esperti consiglieri sanno, e che quindi è stato sapientemente evitato. Perché è vero quanto detto dal consigliere comunale (ora) della Lega: il Web non dimentica, ma fornisce sempre la ricostruzione veritiera e plastica degli eventi. In questo caso, nel caso messo su nei confronti della mia persona, si aggiungono le tante, troppe citazioni di Lega e Fratelli d’Italia, di un nome che ha vita specchiata, con l'implicito intento di delegittimarne il ruolo e la funzione, nonché morale ed etica personale".

"Non sono ancora avvezza alle dinamiche politiche - aggiunge - come fattomi notare privatamente dalla collega di opposizione di Fratelli d’Italia (Carla Di BIase, ndc), ma quelle umane le riconosco. Queste sono sicuramente deprecabili. Le recenti cronache pseudo-politiche sono costellate di articoli di giornali, e post social, con tanto di illegittimo uso di fotografie personali e non di profilo politico, che hanno tenuto banco a Chieti e in Regione per un'intera settimana, senza rispetto per chi (famiglia e affetti) ha subito di riflesso il dito puntato della gogna orchestrata, guarda un po', avverso una donna. Donna che, secondo loro, ha la colpa di non aver voluto 'difendere' un'altra donna, come se il parlare per nome e per conto, così come fatto proprio dal consigliere della Lega calatosi probabilmente nel ruolo del nobile cavaliere su cavallo bianco, possa equivalere a quel principio di Pari Opportunità per il quale ancora si discute, e per il quale molte si combatte. Banalizzare le questioni di genere è disinformare. Se di linguaggio violento verso una donna si vuol parlare, almeno si conosca la differenza tra offesa alla persona, e offesa alla donna in quanto tale derivante da stereotipi socio-culturali ancora imperanti nel nostro Paese, e non solo. Sarà mia premura, nei limiti delle mie competenze e possibilità provvedere a veicolare le corrette informazioni sul tema".

"Non mi aspetto delle scuse. Sono certa che simili atteggiamenti, tipici e diffusi da anni propri dai vari referenti nazionali, si protrarranno nei prossimi anni di amministrazione cittadina. Sarà mia cura da qui in poi rispondere con fatti e azioni consiliari a beneficio dei nostri concittadini, perché a questo fine si è eletti, e su questo si chiederà valutazione e riscontro ai teatini, non già su chiacchiere, illazioni, e parole che non superano la prova di coerenza e buonafede", conclude.

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