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La furia di Pupillo contro la Asl: "Nessuna risposta del Renzetti, vogliono far diventare Oculistica una dependance di Chieti"

Il sindaco di Lanciano si scaglia contro il direttore generale Schael accusandolo, tra l'altro, di "passerella per un progetto già pronto del nuovo ospedale"

"Nessuna risposta dalla Asl sul Renzetti, solo una passerella per un progetto già pronto del nuovo ospedale". È l'accusa che arriva dal sindaco di Lanciano, Mario Pupillo, contro l'azienda sanitaria, dopo la presentazione del progetto per la realizzazione del nuovo ospedale, che si è tenuta ieri.

Il primo cittadino è furioso: "Il collegio di direzione della Asl - spiega - ha votato venerdì scorso a maggioranza il declassamento del reparto di Oculistica da unità semplice dipartimentale a unità semplice. Hanno votato contro questa decisione la dr.ssa Bianco, il dr. Leonzio, la dr.ssa Galante e il dr. Caporrella. Si tratta dell'ennesimo atto di genuflessione del direttore generale Asl Thomas Schael verso le richieste dell'assessora alla Sanità Nicoletta Verì e di chi vuole trasformare oculistica di Lanciano in una 'dependance' dell’ateneo di Chieti dove trasferire ad operare gli specializzandi in oculistica. Il tutto - aggiunge - in 'un’ottica' generale di ridurre tutte  le attività chirurgiche del nosocomio frentano, come ha sottolineato il direttore Schael".

Per Pupillo, la frase del verbale che trascrive la decisione di Schael è devastante. Secondo quanto diffuso dallo stesso sindaco, il manager avrebbe detto che "il presidio ospedaliero di Lanciano, ferma restando la presenza di discipline previste del il Dea di I livello,  avrà una vocazione medica,pertanto in esso viene proposta l’attivazione anche una unità operativa complessa di lungodegenza e una di Geriatria".

"Si andranno quindi a potenziare dunque lungodegenza e geriatria - puntualizza il sindaco - a discapito dell’area chirurgica. Nessuno scontro con l'ospedale di Vasto che il direttore Schael e la politica regionale vorrebbero innescare: con Vasto ci uniscono battaglie comuni su tribunale e ospedale, perché solo uniti daremo voce e corpo ai servizi dell’Abruzzo meridionale. Ma uniti non significa 'spartirci' ciò che oggi abbiamo ma potenziare ciò che oggi viene già offerto ai nostri cittadini. La conferenza stampa di mercoledì convocata in risposta alla nostra di venerdì non ha dato spiegazioni ai nostri quesiti ma addirittura è stata incentrata sulla costruzione del nuovo ospedale per sfuggire alle responsabilità di dover dare delle risposte ai cittadini sulla situazione attuale del Renzetti. La localizzazione e il progetto erano già noti da anni, è stata la nostra amministrazione a individuare il sito e la giunta regionale D’Alfonso con l'allora assessore Paolucci a individuare con certezza le risorse finanziarie per costruirlo nella stessa area. Ricordo che molti degli attuali protagonisti di centrodestra regionale e locale optavano per altre soluzioni, compresa l’assessore Verì che era presidente della commissione Sanità del Governo Chiodi che proponeva di spostare l’ospedale, mentre dall’altra parte chiudeva la Asl di Lanciano. Ma si parla di nuovo ospedale con 2 anni di ritardo: Regione e Asl si sono accorti solo oggi che hanno un finanziamento già previsto, una localizzazione decisa e studi progettuali su cui poter lavorare. I sanitari hanno espresso un palese malcontento, che è stato esternato all’assessora".

Il sindaco contesta al manager che "nella conferenza stampa di mercoledì in ospedale purtroppo non sono state smentite le dichiarazioni di Schael, invece, trascritte sul verbale circa la decisione di dare una vocazione medica al Renzetti e una chirurgica del San Pio di Vasto. Si parla di numeri del Renzetti? Ma come si fa a 'fare i numeri' se per  un anno durante il Covid abbiamo avuto una sola Tac perché la seconda, sottratta dalla rappresaglia di Schael, ha impedito un numero di esami necessari e dirottati in altre strutture. Abbiamo dovuto procedere con  un ricorso al Tar per ottenere ciò che oggi viene sbandierato! Come si fa a 'fare i numeri' se si sottraggono unità operative, personale, non si nominano i primari, le ristrutturazioni vanno lente e si riducono i posti letto?"

"I presidi di I° Livello come Lanciano e Vasto - aggiunge - hanno attività chirurgiche generaliste non hanno attività chirurgiche diversificate come nei policlinici e ospedali di II livello, che esprimono reparti specialistici veri e proprio (chirurgia vascolare, cardiochirurgia, ecc) . I reparti di chirurgia negli ospedali di I livello non hanno una vocazione particolare ma devono affrontare tutte le evenienze chirurgiche, salvo poi trasferire il paziente nell’ospedale hub. Dire che un ospedale ha una vocazione precipuamente medica e non chirurgica significa trasformare il presidio in una simil rsa, non ci si opera ma ci si staziona. La coppia Schael Verì avrebbe potuto proporre una ripartizione equilibrata e funzionale nell’ambito della chirurgia così come stavamo portando con la precedente giunta regionale che almeno ci ha sostenuti nella nomina di 5 nuovi primari! Esempio potrebbe essere quella di individuare a Lanciano una chirurgia prevalentemente  ortopedica traumatologica (a Lanciano c’è un patrimonio di esperienze nella la traumatologia maxillo facciale, una unità di odontostomatologia, ecc) e Vasto una prevalente attività di chirurgica dell’addome e urologica, sfruttando le risorse e vocazioni esistenti. Lo stesso potrebbe essere proposto per le attività mediche. Vasto potrebbe avere discipline gastroenterologiche, sempre nel rispetto di vocazioni e patrimonio storico del nosocomio e Lanciano nell’endocrino metabolico. Ma non mi sembra che ci sia questa lungimiranza nella governance sanitaria regionale".

"Tutto questo - conclude - per non avere ospedali fotocopie ma nell’ambito dell’Abruzzo meridionale costruire una offerta diversificata, ampia e capace di rispondere alle esigenze dei cittadini, alleggerendo il carico sull’area metropolitana che invece nel suo ruolo hub deve assicurare livelli specialistici e nelle patologie tempo dipendenti. Affermare che il presidio di Lanciano avrà una vocazione medica è una scelta organizzativa gravissima che si trasforma  in una sentenza emessa dalla destra regionale e nel quasi totale silenzio della destra locale. Ringrazio ancora una volta i medici, gli infermieri e il personale sanitario del Renzetti, persone e professionisti cui non smetteremo mai di dire grazie perché sono capaci di fornire prestazioni ottimali in queste condizioni grazie al sacrificio, alla competenza che ogni giorno esprimono quando indossano il camice e si caricano delle necessità dei cittadini".

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