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Mozione bipartisan per il San Camillo di Atessa: "Senza un vero presidio ospedaliero la struttura è monca"

Il sindaco Borrelli: "Se i chiarimenti non ci saranno, le responsabilità dovremo ricercarle nella giunta regionale, non a Roma”

Il consiglio comunale di Atessa si esprime all’unanimità per la salvaguardia del futuro del “San Camillo de Lellis”. Nella seduta di martedì scorso, durante la discussione sulla mozione presentata dai capigruppo di maggioranza, Giorgio Farina, e di minoranza, Angelo Sciotti, è stato ribadito che senza un presidio ospedaliero con pronto soccorso h24, possibilità di ricovero in un reparto di medicina e un'area chirurgica per interventi programmati, l'attuale struttura del San Camillo “sarebbe monca e sottoutilizzata” come è stato detto. 

"Nonostante gli indubbi passi avanti e i miglioramenti - ha sottolineato il sindaco Giulio Borrelli, tirando le fila della discussione consiliare - Atessa, alla data di oggi, rimane un pta (presidio territoriale di assistenza, ndr). La Regione riconosce che ci vuole anche un presidio ospedaliero al servizio di area disagiata. È quello che noi sosteniamo dal 2017, da quando la nostra amministrazione si è insediata, ma non dipende tutto, come si cerca di far credere, dal tavolo romano di monitoraggio, scaricando su Roma le responsabilità”.

Secondo Borrelli, la riprogrammazione della rete ospedaliera, che riguarda anche Atessa, “è stata rimandata indietro, dopo quattro anni di ping pong tra Pescara e Roma, perché non sono stati finora rispettati i parametri previsti dalla legge e fatte le correzioni richieste. Tutto dipende da quello che si presenta al tavolo romano: se i conti della sanità abruzzese sono in ordine e se si sciolgono gli equivoci sui superospedali (i cosiddetti Dea di secondo livello), non dubito - ha concluso il sindaco - che l'approvazione arriverà e Atessa potrà avere una struttura mista, con un vero ospedale e una pta, cioè una medicina territoriale. Se i chiarimenti non ci saranno, le responsabilità dovremo ricercarle nella giunta regionale, non a Roma”.
 

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