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Diritto all'oblio oncologico, la proposta di Taglieri (5 stelle): "Chi guarisce dal tumore deve avere gli stessi diritti di tutti gli altri"

"Un milione di persone è guarito dal tumore, ma subisce discriminazioni: per accendere un mutuo, per adottare un bambino, per l’avanzamento di carriera, per chiedere un prestito o un finanziamento. Ma anche per aprire un’attività, per richiedere una copertura assicurativa, per il reinserimento lavorativo, anche dopo anni dalla fine della malattia", denuncia il capogruppo pentastellato

"Un milione di persone è guarito dal tumore, ma subisce discriminazioni: per accendere un mutuo, per adottare un bambino, per l’avanzamento di carriera, per chiedere un prestito o un finanziamento. Ma anche per aprire un’attività, per richiedere una copertura assicurativa, per il reinserimento lavorativo, anche dopo anni dalla fine della malattia. Soltanto grazie al riconoscimento del diritto all’oblio oncologico, non potranno essere richieste alla persona informazioni sullo stato di salute relative a malattie oncologiche pregresse, quando sia trascorso un certo periodo di tempo da individuare dalla fine del trattamento attivo in assenza di recidive o ricadute della patologia. Per questo ho presentato una mozione che impegni la Regione a intervenire in questa direzione”.

È la proposta del capogruppo del Movimento 5 stelle in consiglio regionale, Francesco Taglieri, che spiega: “Nel nostro Paese sono circa 4 milioni (dato a novembre 2021) i cittadini che vivono dopo aver ricevuto una diagnosi di cancro. Il 27% non necessita di trattamento ed è da considerarsi guarito. Per questo, attraverso un’azione legislativa, si può consentire a queste persone di lasciare il fardello di una malattia, ormai guarita, e di non essere più costretti a rilasciare informazioni su di essa ai fini della valutazione del rischio o della solvibilità del cliente e quindi costituire un precedente pregiudizievole dell'onore di una persona.
I guariti devono essere giudicati al pari della popolazione generale di uguale sesso e di pari età a seguito dei programmi di screening e dei progressi nelle terapie. Ma nella realtà dei fatti questo non accade visto che alla guarigione clinica non corrisponde sempre la guarigione sociale".

"L’Italia - sottolinea Taglieri - non si è ancora dotata di una normativa ad hoc, a esclusione di alcune iniziative parlamentari. Nonostante si tratti di materia legislativa di esclusiva competenza nazionale, le istituzioni regionali possono comunque promuovere l’iniziativa legislativa nelle sedi competenti oltre che stimolare il dibattito pubblico. In virtù di ciò, la Regione Abruzzo dovrebbe adottare provvedimenti atti a sostenere il riconoscimento del diritto delle persone che sono state affette da patologia oncologica a non subire discriminazioni nell'accesso all'adozione di minori e ai servizi bancari e assicurativi; promuovere in ogni sede opportuna il dibattito pubblico utile a stimolare l’azione politica sul diritto del cittadino all’oblio oncologico; intraprendere ogni azione possibile presso le opportune sedi istituzionali, e in particolare in sede di Conferenza Stato-Regioni, utile ad accelerare e finalizzare l’iter normativo avviato sul tema affinché non esista una discriminazione nei confronti di pazienti sopravvissuti", conclude.

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