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Vignali, (Comitato difesa Chieti capoluogo): "Ecco che succede quando la politica esce dai salotti"

Nelle ultime settimane si è speso molto per la causa coordinando il corteo di corso Marrucino, realizzando e proponendo ai mass media vari video e interviste ai politici, sempre a sostegno della provincia di Chieti

Intervista a Cristiano Vignali, responsabile operativo del Comitato per la difesa di Chieti capoluogo. Nelle ultime settimane si è speso molto per la causa coordinando il corteo di corso Marrucino, realizzando e proponendo ai mass media vari video e interviste ai politici, sempre a sostegno della provincia di Chieti. Ultima iniziativa il presidio a L’Aquila martedì scorso, quando la Regione Abruzzo ha definitivamente abbandonato l’idea di un intervento a difesa delle province.

 

La partita sembra persa, come intendi procedere dopo la mancata proposta del consiglio regionale al Governo?

Con atti clamorosi e dimostrativi, per far capire ai politicanti che ogni loro errore contro la collettività che dovrebbero rappresentare non passerà impunito. Bisogna ridare il governo cittadino ai teatini ripartendo dalla teatinità rappresentata da quei giovani che hanno sfilato lunedì lungo Corso Marrucino.

 

Chi sono i principali i colpevoli di questa situazione a tuo parere?

Ritengo che tutto abbia avuto inizio nel 1992 con l'avvento della globalizzazione e la fine della classe dirigente DC che vedeva in Chieti la sua roccaforte politica e istituzionale. Con il sindaco Cucullo dal 1993 al 2005 ci siamo difesi mantenendo le nostre posizioni. Dal 2005 in poi è iniziata una crisi inarrestabile: l'amministrazione di Centro Sinistra era troppo inesperta per governare e ha collezionato un'innumerevole sequenza di figuracce; l'attuale amministrazione è troppo eterogenea e mette il sindaco nell'impossibilità di governare. Inoltre, c'è un forte attacco mass - mediatico da parte degli organi d'informazione contrari alla nostra città che viene vilipesa, questo crea una crisi d'identità dei cittadini al bene comune cittadino e quindi una tendenza dei politici a tutelare solo i propri interessi individuali. La probabile perdita del capoluogo, che possiamo salvare ora solo con un miracolo a livello centrale, o per qualche ricorso che andrà a buon fine, è il risultato di una politica fallimentare sia di destra che di sinistra, che si è fatta terra bruciata e che ha pensato a litigare solo per conservare i propri privilegi di parte.
 

Perché hai deciso di impegnarti in prima persona in questa “battaglia”?

Credo in una politica basata su identità e passione, che ha le radici nelle Polis greche e nella Res Pubblica romana, per cui ogni libero cittadino è chiamato nei momenti di difficoltà a dare il suo contributo per il bene comune della propria comunità. Una politica mossa dalla gratificazione personale, di politici vicini alla gente, di persone mosse solo ed esclusivamente dal perseguimento del bene comune e dal senso di responsabilità e non dai ricchi emolumenti che abolirei fin da subito.

 

Solo motivi ideali?

Non solo. Voglio dare prova del fatto che quando la politica scende in piazza, lontana dai salotti, molti di coloro che ne fanno parte non valgono nulla. E per dimostrare che quando si creano movimenti e manifestazioni politiche tra la gente, con la gente, non sono inferiore a nessun politico in questa città. 

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