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Inchiesta Re Mida, assolto Di Stefano: "I magistrati pagheranno per il loro errore o verranno promossi?"

Il procuratore generale della Corte d’Appello d’Abruzzo, Pietro Mennini, ha richiesto l'assoluzione del politico

“La richiesta di assoluzione fatta questa mattina nei miei confronti dal procuratore generale della Corte d’Appello d’Abruzzo, Pietro Mennini, per l’appello dell’ormai annosa inchiesta denominata Re Mida, che mi vedeva coinvolto con l’imprenditore Rodolfo Di Zio ed altri esponenti politici e tecnici, mi fa in parte riconciliare con il sistema giudiziario italiano: ci sono ancora persone per bene e magistrati intellettualmente onesti che sanno riconoscere quando altri colleghi hanno sbagliato” lo ha dichiarato in una nota l’onorevole Fabrizio Di Stefano.

L'inchiesta era partita nel 2008 e verteva attorno alla realizzazione a Teramo di un impianto di bioessiccazione. Gli imputati erano accusati, a vario titolo, di corruzione, istigazione alla corruzione, abuso d'ufficio, peculato, turbativa d'asta e millantato credito. Nel 2013 il giudice del tribunale collegiale di Pescara aveva già assolto Di Stefano "perchè il fatto non sussiste".

"Benchè la vicenda fosse già chiusa, perché andata in prescrizione - ha continuato  Di Stefano - Avere il riconoscimento formale del procuratore generale, poi ovviamente accordato dalla Corte, per una persona della mia moralità e della mia onestà non può che essere una gioia immensa. Tuttavia mi domando: come mi verranno ricompensati i dieci anni di tribolazioni a cui sono stato sottoposto? E ancora, i magistrati che hanno sbagliato pagheranno qualcosa per il loro errore o, come credo, verranno addirittura promossi'?".

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