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Governo centrale e Regioni: una inaccettabile pericolosa contrapposizione

L'articolo mette in rilievo i dissidi tra Governo centrale e Regioni, con riferimento all'Abruzzo e a decisioni che hanno riguardato anche Chieti per la decisione di Marsilio di passare da zona rossa ad arancione senza il consenso del Governo.

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di ChietiToday

Una inaccettabile pericolosa contrapposizione. Da quando è scoppiata la drammatica pandemia da covid-19, nel nostro Paese è in atto uno scontro tra il Governo nazionale e i presidenti- che amano definirsi “governatori”- delle Regioni che vedono particolarmente impegnati, in questa opera di delegittimazione del Governo nazionale, tutti i Presidenti delle Regioni ma, in modo particolarmente aggressivo quelli di destra, tra cui spicca Marco Marsilio. Il capo dello Stato Mattarella cerca continuamente, ma invano, di invitare tutti ad abbassare i toni ma i Fontana, i Toti, i Cirio, i Musumeci, gli Spirlì ed altri, non fanno altro che continuare nella loro piromania.

Il presidente della nostra Regione, in questa opera di denigrazione, credo meriti un posto sul podio. Ha chiesto di entrare in zona rossa prima del tempo e poi ha firmato una ordinanza per tornare, con due giorni di anticipo, in quella arancione. Credo che non sfugga a nessuno la furbizia di aver scelto la data, tenendo conto della festività dell’8 dicembre, scaduta la quale, il governo nazionale ha annunciato la diffida e vedremo quali saranno le conseguenze. Mattarella ha suggerito di abbassare i toni. Come ha risposto Marsilio? Definendo “risibili” i provvedimenti adottati, per tutta l’Italia, dai ministri Boccia e Speranza, sprezzantemente definiti “sceriffi” e scrivendo un lungo post leggibile integralmente sul sito ilcapoluogo.it al quale rimando chi ne volesse sapere di più.

Quello che a me appare chiaro è che molti Presidenti di Regione continuano ad alimentare, in piena ed ancora pericolosissima pandemia, una inutile tensione tra i due livelli istituzionali che hanno contribuito anche a confondere i destinatari di queste discutibili decisioni. Non so in altre città abruzzesi, dove dalle immagini trasmesse ieri da diverse emittenti televisive mi è parso di capire che molti negozi sono rimasti chiusi. A Chieti, passeggiando ieri per le vie centrali, ho visto molte luci dei negozi spente pur essendo stata firmata, a mio avviso con una fretta ingiustificata, una delibera comunale in linea con le indicazioni marsiliane.

Le regole, in democrazia, dovrebbero essere rispettate. Da tutti. Se il Governo nazionale detta le sue linee guida, vanno seguite. Altrimenti, l’unità d’Italia per la quale i nostri avi hanno sofferto e lottato, spesso morendo col tricolore in mano, svanirà e torneremo, come prima del 1861, a tanti staterelli. Con tanta soddisfazione di tanti piccoli aspiranti “Governatori”.

  Giustino Zulli Coordinatore cittadino di “Articolo uno”

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