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Il governo prepara il bando per sostenere gli atleti ucraini, Ferrara: "Recepito il nostro invito a sostenere l’attività sportiva dei profughi"

Ieri l'annuncio della sottosegretaria allo Sport Valentina Vezzali relativo alla pubblicazione di un bando diretto alle associazioni sportive che stanno dando supporto agli atleti ucraini presenti in Italia a causa della guerra

Sostegni per l'attività sportiva dei giovani atleti ucraini fuggiti dalla guerra: è di ieri l’annuncio della sottosegretaria allo Sport, Valentina Vezzali, in occasione delle celebrazioni della Giornata internazionale dello sport, che il governo si sta preparando a pubblicare un bando diretto alle associazioni sportive che stanno dando supporto agli atleti ucraini presenti in Italia a causa della guerra.

Una richiesta che era arrivata un mese fa sul tavolo della ministra per le Politiche giovanili Fabiana Dadone da parte del Comune di Chieti, firmata dall'assessore allo Sport Manuel Pantalone.

“Siamo molto lieti che un’iniziativa partita dal Comune di Chieti diventi una politica governativa a vantaggio dei giovani sportivi ucraini ospitati in Italia in questo speciale momento"commentano il sindaco Diego Ferrara, l’assessore allo Sport Manuel Pantalone e la consigliera Silvia Di Pasquale che ha ufficializzato la proposta in seno al Consiglio comunale.

L'appello era nato in Consiglio affinché i profughi, soprattutto i più giovani e quelli che in patria praticavano discipline sportive, agonistiche e non, potessero continuare a farle anche in Italia "Esattamente un mese fa, era il 7 marzo, abbiamo scritto alla ministra Dadone, chiedendole di riconoscere a questi giovani il diritto di poter proseguire la propria attività sportiva e dunque di sostenerla con contributi mirati, attraverso specifici tavoli istituzionali, il Coni e le Federazioni sportive nazionali, - spiegano ancora - consentendo loro di continuare a cullare i propri sogni. Così accadrà, ieri l’annuncio di un bando volto proprio a questo da parte della sottosegretaria Vezzali, è stata la migliore risposta che potessimo aspettarci.  Riuscire a praticare anche in Italia le discipline amate è importante sia per il loro processo di integrazione in questo momento di passaggio nel nostro Paese, ma è anche un sostegno psicologico per chi si è salvato dalla guerra, ma ha padri, fratelli, parenti che sono rimasti sotto le bombe. Un tale aiuto inoltre solleva molte famiglie abruzzesi che hanno accolto ragazzi e molte madri e li stanno aiutando, a proprie spese, a recuperare una vita il più possibile normale, nonostante la situazione”. 
 

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