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Ospedale militare: l'ordine del giorno di Giustizia sociale

Il gruppo consiliare chiede al sindaco di evitare il taglio di posti di lavoro e la dispersione di professionalità. E il vice sindaco Di Paolo presenta proposte per un uso alternativo: reparti del policlinico, biblioteca o servizi universitari

Il gruppo consiliare Giustizia sociale presenta un ordine del giorno per chiedere al sindaco di impegnarsi affinché l’ospedale militare rimanga a Chieti e non venga chiuso sotto la scure dei tagli

“Un dipartimento – si legge nel documento – che è sempre stato centro di riferimento non solo per l’Abruzzo, ma anche per Molise, Marche, parte dell’Emilia Romagna e del versante adriatico per le 4 forze armate e per numerose altre amministrazioni dello Stato”.

Solo nell’anno 2011 l’ospedale ospitato nella caserma Bucciante ha erogato 121 mila prestazione “i cui introiti – spiega Giustizia sociale – hanno permesso di rendere la struttura economicamente indipendente”. 

La preoccupazione maggiore dei consiglieri è la perdita di ulteriori posti di lavoro in città, oltre alla dispersione di figure professionali qualificate ed esperte.

Già nei giorni scorsi il vicesindaco Bruno Di Paolo aveva lanciato un appello alla politica teatina affinché individuasse “soluzioni alternative” per al Caserma Berardi e l’ospedale militare, avanzando anche proposte per salvare questa risorsa cittadina, a cominciare dall’implementazione del poliambulatorio militare, che non è a rischio chiusura.

Secondo Di Paolo la Asl e lo Stato maggiore dell’esercito potrebbero trasferire nell’ospedale militare i reparti attualmente ospitati nelle palazzine a rischio sismico del policlinico Santissima Annunziata. “Un’operazione a costo zero – precisa – considerato che all’interno dell’ospedale militare sono perfettamente funzionanti i servizi di farmacia, medicina del lavoro, radiologia, laboratorio analisi, consultorio psicologico”. In più la struttura è attrezzata per visite di cardiologia, otorino, oculistica e ortopedia. In alternativa, per il vice sindaco l’area sarebbe adatta ad ospitare servizi universitari o la biblioteca provinciale, crollata più di 7 anni fa. 

Ma un impegno maggiore, secondo Bruno Di Paolo, deve essere speso per la caserma Berardi “perché di proprietà esclusiva della Difesa e strutturalmente vocata a funzioni militari”. Per evitare il rischio di “desertificazione – invita – ognuno dia il suo contributo”. 

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