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Politica San Vito Chietino

La foto su Facebook e la fascia Tricolore al contrario finiscono in un'interrogazione parlamentare

Accade a San Vito Chietino, dove un anno fa la visita dell'assessore Catenaro a Riace, in solidarietà dell'allora sindaco Lucano, scatenò la polemica politica con Fratelli d'Italia

Un anno fa, un post su Facebook aveva scatenato la polemica politica a San Vito Chietino, dando vita addirittura a un'interrogazione parlamentare. E, oggi, nell'assemblea, arriva la replica del sottosegretario di Stato per l'Interno Carlo Sibilia, che tramite il prefetto di Chieti ha provveduto "con un'apposita nota a richiamare l'attenzione dei sindaci sul corretto utilizzo della fascia tricolore, nel rigoroso rispetto delle direttive".

Tutto inizia il 6 ottobre 2018, quando sulla pagina Facebook del Comune di San Vito Chietino compaiono alcune foto che mostrano l'assessore Andrea Catenaro a Riace (Reggio Calabria), per portare solidarietà all'allora sindaco Mimmo Lucano, agli arresti domiciliari da quattro giorni (in seguito revocati) per favoreggiamento dell'immigrazione clandestina.

Tra i commenti critici nei confronti di questa iniziativa dell'amministrazione guidata dal sindaco Emiliano Bozzelli, arriva anche quello di Fratelli d'Italia, che accusa l'esponente della giunta sanvitese di "un uso improprio ed arbitrario della fascia tricolore, peraltro indossata dall’assessore al contrario".

Inoltre, Delmastro sottolinea che "la manifestazione di solidarietà all’indagato Lucano non ha goduto dell’aurea di ufficialità istituzionale necessaria per consentire l’esibizione della fascia tricolore". Dunque, chiede al ministro dell'interno "se vi siano stati o meno i presupposti per considerare tale manifestazione “occasione ufficiale” utile ad indossare la fascia tricolore; quali siano i fattori di impedimento temporaneo del sindaco e del vicesindaco di San Vito Chietino tali da rendere necessaria la delega dell’uso della fascia tricolore ad un assessore; se vi sia stato un atto di indirizzo del consiglio comunale di San Vito Chietino che abbia deliberato a favore della partecipazione ufficiale dell’amministrazione comunale a tale evento e abbia autorizzato l’uso della fascia; se, nella fattispecie indicata, il ministero riconosce un uso contra legem della fascia tricolore; se si possa configurare il reato di abuso d’ufficio in capo all’Assessore per l’utilizzo effettuato; se intende inviare una diffida all’assessore affinché uniformi i propri comportamenti alla legge; se intende emanare una circolare a tutte le amministrazioni comunali per evitare che queste portino un sostegno ufficiale ad un indagato; se, per evitare futuri abusi, intende proporre modifiche e integrazioni al Testo unico delle leggi
sull’ordinamento degli enti locali, al fine di evitare arbitri e incertezze": 

A distanza di oltre un anno, nella seduta alla Camera del 12 novembre scorso, il sottosegretario Sibilia, ha richiamato "l'articolo 50 del Testo unico degli enti locali stabilisce che la fascia tricolore con lo stemma della Repubblica e lo stemma del Comune, da portarsi a tracolla, sia il distintivo del sindaco", chiarendo che questa spetti, in caso di assenza del primo cittadino, "solo al vicesindaco, fatte salve specifiche disposizioni di settore".

Commenta il portavoce del circolo di Fratelli d'Italia Nino Sospiri, Gabriele Nardone: "All’epoca abbiamo subito informato dell’accaduto i nostri referenti sul territorio che coinvolsero l’onorevole Del Mastro che presentò l’interrogazione. Il Tricolore rappresenta non solo il dna politico e valoriale di Fratelli d’Italia ma dell’intera Nazione e non si può accettare supinamente che il suo valore altamente simbolico sia sminuito o, addirittura, come in questa occasione, sfruttato ad uso e consumo esclusivo di una parte politica che, peraltro, l’ha sempre ignorato se non abiurato".

"Per la nostra comunità - incalza - questo evento ha rappresentato una vera e propria umiliazione, perché il nome del nostro paese è arrivato alla attenzione nientemeno che del Parlamento non per un fatto positivo ma perché un assessore, e chi glielo ha permesso, hanno offeso il più alto simbolo istituzionale del Comune”.


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