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Fondi per centri antiviolenza e case rifugio, Marcozzi denuncia: "Abruzzo fermo al 2007, bisogna aggiornare subito i criteri"

L'appello della consigliera regionale ad agire per tutelare le donne vittima di violenza e strutturare "la ripartizione delle risorse sulle necessità più recenti"

“Essere in linea con le esigenze del nostro tempo e al passo con le richieste del territorio è fondamentale nel contrasto alla violenza contro le donne. A oggi, i criteri e le modalità di ripartizione dei fondi a disposizione dei centri antiviolenza e delle case rifugio in Regione Abruzzo fanno ancora riferimento a una delibera di giunta regionale del 2007. A 16 anni di distanza è il momento di mettersi in pari, per rispondere alle necessità attuali e lanciare un segnale chiaro e di vicinanza a tutte le donne vittime di violenza. Per questo ho depositato una Risoluzione che impegni la giunta ad aggiornare tali criteri, recependo l'intesa Stato-Regioni del settembre 2022”. È la richiesta della consigliera regionale indipendente Sara Marcozzi.

“I fatti di cronaca di questi ultimi giorni - prosegue - ci ricordano che non possiamo permetterci di abbassare la guardia su un tema determinante per la sicurezza di molte donne. In questi anni il consiglio regionale e tutta la politica abruzzese hanno dimostrato grande sensibilità. Non è un caso che, in fase di redazione del bilancio regionale, con l'approvazione di un mio emendamento siano stati raddoppiati i fondi a disposizione dei centri antiviolenza e delle case rifugio per il triennio 2023-2025. Adesso è necessario che la macchina burocratica si metta formalmente al passo con i tempi, strutturando i criteri di ripartizione delle risorse sulle necessità più recenti”.

“Confido che la mia proposta venga calendarizzata in commissione Salute e che sia approvata in tempi certi. Le donne che subiscono violenza meritano attenzione e vicinanza, ed è un dovere della politica fare in modo che tutto il sistema risponda presente”, conclude Marcozzi.

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