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"La Regione sta demolendo la rete di emergenza sanitaria"

La denuncia di Mauro Febbo e dei consiglieri comunali e provinciali di Forza Italia, che lamentano disfunzionalità e accentramenti

Un disegno di demolizione della rete di emergenza regionale, da parte proprio dell’ente che dovrebbe invece essere responsabile del suo miglioramento. La denuncia arriva dal presidente della commissione vigilanza Mauro Febbo, che questa mattina (sabato 11 marzo) ha incontrato la stampa insieme al gruppo consiliare di Forza Italia in Provincia e in Comune. 

Il decreto di riordino del Commissario ad acta Luciano D’Alfonso, dello scorso 21 luglio 2016, parla di un riordino del sistema d’intervento urgente, dunque delle unità operative del 118. “Se il riordino di tale strutture riguarderà un ridimensionamento per il rientro del costo del sistema sanitario regionale - spiega Febbo - sul decreto commissariale si legge che dovranno essere ridotte da 4 a 2 le centrali operative. A chiare lettere viene individuata quella che riguarda il comprensorio delle due province L'Aquila e Teramo dove l’unità principale è collocata all’Aquila, nell’ospedale San Salvatore”. Qui, tra l’altro, è previsto un progetto di ristrutturazione dell’eliporto, a cui la Asl 01 dell’Emilia Romagna dovrebbe contribuire con 2 milioni e 100mila euro. 

“Ma nell’individuazione dell’altra unità operativa d’emergenza Pescara Chieti - lamentano i consiglieri di Forza Italia - la confusione la fa da padrona”. Il 14 ottobre scorso, la Asl ha sospeso un bando per “Servizi di trasporto sanitario e non” e, ad oggi, non l’ha ancora ripristinato. “Cosa, ancor più sconcertante - incalzano - è l’acquisto di un elicottero proprio per il servizio dell’elisoccorso, del costo di 12 milioni di euro, consegnato il 21 febbraio scorso, in cui manca il verricello, acquistato a parte ma senza ordine a procedere al suo montaggio. Oggi è fermo in garage perché bisogna adeguare la piazzola dell'ospedale di Pescara al peso del nuovo mezzo”. 

Tutte disfunzionalità, secondo Febbo e i consiglieri di Forza Italia, “che vanno a pesare sull’efficienza dell’emergenza regionale e che penalizza anche in funzione del dualismo e competizione, che la stessa regione sta creando fra i due nosocomi, quello teatino e quello pescarese”.

Eppure, puntualizza, “la Centrale Operativa del 118 di Chieti gestisce un territorio di 2.600 chilometri quadrati e una popolazione di 390mila persone sparse su 104 Comuni con 4 ospedali chiusi: Atessa, Gissi, Casoli, e Guardiagrele. Pescara ha un territorio di 1.200 chilometri quadrati e una popolazione concentrata prevalentemente su Pescara/Montesilvano di 324mila abitanti sparsi su 46 comuni”. Inoltre, Chieti gestisce 15 postazioni territoriali del 118, sparse su tutto il territorio, mentre Pescara ne ha 8. “Ma sulle postazioni medicalizzate - prosegue Febbo -non è assicurata la presenza dei medici: a San Salvo ci sono 2 medici su 5,  a Villa Santa Maria 1 su 5, a Torricella, Lama e Castiglione nessuno”. 

“Noi poniamo - prosegue - un problema di scelte basate sui fatti, dati e risultati che debbono essere serenamente valutati da tecnici capaci di effettuare valutazioni autonome dalla politica e da privilegi territoriali. Ecco perché torniamo a ribadire la necessità che all'interno della Commissione istituita con la Dgr 762 sia necessaria la presenza anche della Università. L’Abruzzo ha bisogno di un sistema di rete di emergenza sempre più integrato, anche e soprattutto, quello in ambito sanitario”.

“Pertanto - conclude - questo governo regionale abbandoni l’idea sistematica di centralizzare tutto in maniera sconnessa creando disservizi e depauperando città e larghe fette di territorio. Su questa vicenda come sulle altre terremo l’attenzione alta, per evitare di trovarci ancora brutte sorprese, specialmente per la città di Chieti". 

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