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Politica

Febbo sulla Cardiochirurgia: "Resti a Chieti al fianco della facoltà di Medicina"

La replica del consigliere regionale di FI alla proposta avanzata dalla consulta clinica

“Quando si parla di un ospedale (Dea) di II livello è quanto mai necessario un coinvolgimento dell’università d’Annunzio considerando che quello teatino è un nosocomio clinicizzato. Il reparto di Cardiochirurgia è universitario convenzionato con l’ospedale di Chieti quindi è opportuno che continui a operare in stretta collaborazione con la Facoltà di Medicina”. E’ quanto dichiara il presidente della Commissione di Vigilanza, Mauro Febbo replicando alla proposta avanzata dalla neonata Consulta clinica composta da medici e dirigenti medici dell’ospedale di Pescara.

“Si tratta di una richiesta che ritengo anomala – sottolinea il consigliere regionale di Forza Italia – così come è anomalo che il reparto di Neurochirurgia resti a Pescara: sarebbe più sensato che venisse trasferito a Chieti, a maggior ragione oggi che si parla di Dea di II livello. Spiace dover constatare che con la DGR 762/2016 (non pubblicata sul Bura) è stata istituita una Commissione per l’attivazione della connessione funzionale tra i presidi ospedalieri di Pescara e Chieti per un Dea di II livello senza il coinvolgimento dell’Ateneo teatino ai cui vertici tra l’altro più volte ho chiesto di intervenire, fornendo un parere, sulla realizzazione del project financing di Maltauro per la realizzazione del nuovo nosocomio. Ritengo indispensabili, e spero per questo che ci sia un intervento a mio sostegno sia degli attuali vertici sia dei candidati alla carica di Magnifico Rettore, che a queste decisioni partecipi la stessa Università. Va sottolineato come il costo della convenzione è sempre stato a carico della Asl che se ha tratto vantaggi in termini di qualità, servizi e immagine è altrettanto vero che il bilancio dell’Azienda sanitaria è stato sempre pesantemente condizionato dai costi della stessa".

Per Febbo è necessario evitare che l’università venga depotenziata ma che rimanga un’eccellenza sanitaria "L’auspicio è che dall’opportunità, che condivido, di avere in Abruzzo un ospedale di II livello al fine di poter accedere a un’offerta sanitaria di elevatissima qualità, non ne derivino mortificazioni e declassamenti territoriali o peggio ancora 'scippi' a cui purtroppo abbiamo assistito in questi oltre trenta mesi di governo regionale e che, oltre al declassamento territoriale, non ci sia anche quello della università. Avrò cura di rappresentare nelle sedi istituzionali questa preoccupazione – conclude Febbo - e mi opporrò ad ogni tentativo di iripartizione' illogica e penalizzante”. 

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