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L'ex consigliere comunale Bucci dice no alla "Università dell'Adriatico" e rivendica la memoria storica della città

Punta il dito contro la "improvvida riforma Gelmini dell'università, che scacciò dal CdA degli atenei le rappresentanze delle istituzioni locali"

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di ChietiToday

Intervento dell'ex Consigliere comunale Enrico Bucci sulla "integrazione del nome" dell'università Gabriele d'Annunzio.

Il magnifico rettore, in ordine alla "integrazione del nome" dell'Università Gabriele D'Annunzio, prima vota e fa votare il Senato Accademico e il Consiglio di Amministrazione, poi dichiara: "Per correttezza istituzionale ho chiesto al CdA di sospendere la ratifica per poter parlare con i rappresentanti delle istituzioni di Chieti e Pescara. La decisione dell'integrazione del nome dell'ateneo spettava solo a noi".

Tutto questo accade per colpa della improvvida riforma Gelmini dell'università, che scacciò dal CdA degli atenei le rappresentanze delle istituzioni locali, per sostituirle con quelle dei territori, dei privati. Ricordo che allora nulla si fece, nonostante i miei richiami in consiglio comunale a quella politica e a quei politici che in quel momento della stesura del decreto potevano e dovevano fare qualcosa per evitare il potere podestarile dei rettori. Ma ogni richiamo fu inutile. Pensate che quelli stessi politici ebbero la faccia tosta di lamentarsi di quella esclusione!

Non c'è che dire: uno strano modo di procedere e di avere rapporti con quelle istituzioni che fecero nascere e crescere l'università.

Il sindaco di Chieti e il presidente dell'amministrazione provinciale di Chieti, anche se per interessi diversi, sono d'accordo con il rettore; il sindaco di Pescara e il presidente dell'amministrazione provinciale di Pescara non solo sono d'accordo, ma sono già d'accordo.

E allora, a proposito di chiamare l'università di Chieti-Pescara "università dell'Adriatico", perdonatemi la boutade, perché non utilizzare nel prossimo Senato Accademico e nel prossimo Consiglio di Amministrazione dell'ateneo la più antica e prestigiosa denominazione sopravvissuta nella cartografia fino al XVIII secolo di "Golfo di Venetia" con cui veniva appunto chiamato l'Adriatico?

Poi, tanto per rimanere in tema, perché il magnifico rettore insiste a parlare del Convento dei Minori Osservanti di S. Andrea chiamandolo Caserma Bucciante che è solo l'ultima destinazione d'uso?

Perché insiste a chiamare Caserma Pierantoni che è l'ultima destinazione del Convento di S. Maria in S. Pietro?

La destinazione militare ha stravolto questi spettacolari edifici storici e culturali della città. La non conoscenza di chi si trova oggi a operare su questi pregevoli reperti del suo passato li porterà alla distruzione della loro memoria storica, considerati i tipi di intervento.

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