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La zona rossa di Villa Caldari esclusa dai contributi economici del Governo per pochi giorni

Il decreto Rilancio prevede aiuti solo ai territorio rimasti chiusi per almeno 30 giorni: la contrada di Ortona è stata blindata per 27

Alcuni dei comuni abruzzesi focolaio del Coronavirus in Abruzzo, in cui è stata dichiarata la "zona rossa", sono stati esclusi dai sussidi econoici previsti dal decreto Rilancio del presidente del Consiglio. Così, oltre a Ortona, dove la contrada Villa Caldari è rimasta blindata per 27 giorni, non sono stati considerati neppure Picciano (20 giorni), Civitella Casanova (26 giorni), Farindola (26 giorni), Montebello di Bertona (26 giorni), Penne (26 giorni). 

A denunciare la situazione è il capogruppo di Fratelli d'Italia in consiglio regionale, Guerino Testa, che accusa il Governo di aver escluso quei territori "perché colpevoli di essere stati sorvegliati speciali per pochi giorni in meno rispetto ai 30 previsti dal decreto. Un criterio di esclusione incomprensibile, fortemente discriminatorio, e dunque ancora una volta penalizzante per il nostro territorio”.

Nel provvedimento del Governo, alle ex "zone rosse" viene assegnato un contributo fino a 200 milioni di euro, ma sono esclusi i territori che sono rimasti chiusi per meno di 30 giorni. Un criterio che Testa definisce "assurdo, paragonabile a un potente schiaffo in faccia a chi quel terribile periodo lo ha vissuto con enormi difficoltà, esattamente come altre comunità. La differenza di 10, 4 o 3 giorni non può rappresentare un elemento di estromissione, come se zone rosse quei Comuni non lo fossero mai stati”.

In videoconferenza sono intervenuti anche il vicesindaco di Civitella Casanova, Augusto Recchia, e il consigliere comunal edi Farindola Giammarco Marzola, che hanno raccontato il recente passato di sacrificio e sofferenza per i loro territori. 

"Ritengo molto superficiale il comportamento assunto dal Governo Conte - ha commentato Recchia - e spero che con la mobilitazione delconsigliere  Testa e  della Regione Abruzzo si riesca a far modificare la legge il prima possibile".

"Una decisione incomprensibile – ha rimarcato Marzola – che poggia su un principio errato. Abbiamo trascorso 26 giorni all’interno della zona rossa, rispettato la legge e svolto il nostro dovere di amministratori e cittadini, e oggi ci aspettiamo di vedere riconosciuti i nostri diritti. Vogliamo che il Governo nazionale ci dia risposte immediate e rivolgo un appello per rilanciare la nostra area Vestina, che da troppi anni oramai vive tra mille difficoltà. La crisi economica causata dalla pandemia da coronavirus sta devastando un territorio che, senza aiuti governativi, rischia di morire".    

Per il consigliere farindolese, la scelta è "obiettivamente irragionevole e danneggia i Comuni, le imprese e le famiglie di quei territori già pesantemente provati dall’emergenza sanitaria".

Poi, dal consigliere regioanle Testa, l'appello agli esponenti regionali di Partito Democratico e Movimento 5 stelle, forze politiche di Governo, affinché "si attivino seriamente con il Governo nazionale amico per risolvere con certezza e celerità l’incresciosa   problematica. Dopo i tanti loro proclami, anche a mezzo di conferenza stampa, sulle zone rosse abruzzesi, oggi mi aspetto una presa di posizione responsabile e decisa, facciano il loro dovere per tutelare i Comuni ed i cittadini che sono stati abbandonati da questo Governo”.

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