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Emergenza cinghiali, Febbo contro le misure intraprese dalla Regione

"L’assessore regionale alle Politiche agricole e alla Caccia Dino Pepe - accusa - continua a prendere in giro i sindaci abruzzesi, in particolare quelli del Sangro"

Il presidente della Commissione di vigilanza Mauro Febbo attacca la Regione contro le modalità intraprese per le modalità di regolamento della caccia al cinghiale, animale diventato vera e propria emergenza in tutto Abruzzo e specialmente nella provincia di Chieti. "L’assessore regionale alle Politiche agricole e alla Caccia Dino Pepe - accusa - continua a prendere in giro i sindaci abruzzesi, in particolare quelli del Sangro, perché prima dichiara una cosa ma poi la Giunta fa esattamente l’opposto" e cita la delibera 877 del 2016.

"Nei siti Sic (Siti di importanza comunitaria) e Zps (Zona di protezione speciale) ricadenti nelle aree di presenza attuale e potenziale dell’orso, ovvero mezzo territorio abruzzese - incalza Febbo - il cinghiale potrà essere catturato con i chiusini o abbattuto tramite appostamento fisso con esclusione della braccata. Parliamo di quasi il 70% del territorio ricadente nell’Atc (Ambito territoriale di caccia) Sulmona e del 40% circa del territorio dell'Atc Chietino-Lancianese e parte Vastese. Nei siti Sic e Zps ricadenti fuori dalle aree di presenza dell’orso, invece, la caccia al cinghiale in braccata è vietata, esattamente il contrario di quanto richiesto e promesso ai sindaci, mentre i cani possono essere utilizzati solo per la girata".

Febbo critica il fatto che "il controllo dei cinghiali nei siti Sic e Zps è limitato solo sui terreni agricoli: ogni selecontrollore dovrebbe girare con una cartina alla mano e capire se quel terreno è destinato all’agricoltura o meno, siamo alle comiche. Queste misure dimostrano come sia i tecnici che hanno predisposto le misure sia i politici che hanno abboccato, vivano fuori dalla realtà. Con questa Delibera di Giunta in sostanza si decreta la fine dell’agricoltura nella aree interne e più deboli e questo senza alcun confronto con il mondo agricolo; sarà mia premura informare le Organizzazioni Professionali di questo provvedimento che è pura follia”.

Nei mesi scorsi 50 sindaci della provincia di Chieti si erano rivolti a prefetto, provincia e Regione, ma, per Febbo "sono stati ingannati". Prima firmarono le ordinanze di abbattimento, che vennero in seguito bocciate dal prefetto. Ma il problema resta ed è una vera e propria emergenza, tanto che i cittadini si sono organizzati in diversi modi, anche online, per combattere l'invasione dei cinghiali.

"L’assessore Pepe e altri consiglieri regionali di maggioranza - ricorda Febbo - dichiaravano di aver presentato una proposta di legge regionale per recepire proprio le istanze dei primi cittadini, ma questo non corrispondeva alla realtà, come risulta dal verbale della seduta della Commissione Agricoltura alla quale hanno partecipato i sindaci di Roccascalegna e Archi. Il progetto di legge, peraltro, era stato inizialmente sottoscritto anche dal capogruppo del Pd Sandro Mariani, che successivamente avere ritirato la sua firma per sostenere il pdL predisposto dal centrodestra".

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