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Rinvio elezioni regionali a maggio, Pd: "Insulto alla democrazia"

Il capogruppo provinciale Camillo D’Amico: "La verità è che cinque mesi di lauti stipendi e privilegi in più non dispiace a nessuno". Le elezioni accorpate a quelle europee

Elezioni regionali a maggio 2014. E’ questa la volontà del Governo nonché del Governatore Gianni Chiodi. In questo modo si accorperebbero le elezioni regionali a quelle europee in un’unica data.

Ma alcuni partiti non ci stanno, come il Pd. In una nota il capogruppo provinciale Camillo D’Amico afferma: “L’ufficialità è arrivata quasi silenziosa a conferma di una volontà bipartisan di tutti i gruppi consiliari, ormai nota ed evidente da tempo, di rinviare di cinque mesi le elezioni regionali Abruzzesi. Si voterà il 25 maggio 2014 insieme alle amministrative ed alle europee ma, a questo punto, giusto sarebbe far esprimere il corpo elettorale anche per le Province in considerazione che l’attuale parlamento è palesemente delegittimato e fatto solo ed esclusivamente di “nominati”, in virtù della recente sentenza della Corte Costituzionale sul porcellum”.

La ragione del rinvio, a detta del capogruppo va cercata nella stagionalità del voto che, cadendo ad autunno inoltrato, potrebbe limitare la partecipazione di molti elettori soprattutto nelle aree interne.

“Ma è una giustificazione incredibile ed assolutamente risibile perché, il 15 ed il 16 dicembre del 2008, si votò e la stagionalità non parve un limite anche se si recarono alle urne meno del 50% degli aventi diritto” ribatte D’Amico, “La verità – sottolinea -  è che cinque mesi di lauti stipendi e privilegi in più non dispiace a nessuno anche in considerazione del fatto che, diversi di quelli che adesso siedono nel Consiglio regionale d’Abruzzo, ben difficilmente ci torneranno sia perché la concorrenza è aumentata ed è agguerrita che per il fatto che il numero dei consiglieri scenderà da 45 a 31”. D’Amico chiede a Chiodi e Pagano cosa il consiglio regionale abbia intenzione di produrre negli ulteriori sei mesi di attività.

“Non vorremmo fossero mesi spesi sul nulla o condensati solo di spesa facile e clientelare che non porta alcunché agli abruzzesi ed al territorio- conclude - l’unico dato certo che emerge è che si è sospesa la democrazia ed il diritto dei cittadini di potersi dare un nuovo consiglio e governo regionale che rispondesse alla loro reale volontà senza allungare questa morente legislatura votata ormai all’immobilismo e all’inconcludenza”.

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