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Elezioni comunali 2020

Comunali 2020: Febbo dice no ai diktat romani e si autosospende da Forza Italia

L'assessore regionale conferma il suo sostegno al candidato sindaco Bruno Di Iorio con una presa di posizione netta

La risposta di Mauro Febbo al diktat romano, alla fine, è arrivata. L'assessore regionale si è sospeso dal suo partito, Forza Italia. Una presa di posizione forte, arrivata 24 ore dopo l'accordo sulle elezioni comunali e regionali tra i leader dei partiti di centrodestra, Silvio Berlusconi, Matteo Salvini e Giorgia Meloni. 

Una unità di intenti che, però, non è arrivata a Chieti. Gli esponenti cittadini di Forza Italia, infatti, sostengono tramite la lista Forza Chieti il candidato sindaco Bruno Di Iorio, medico di famiglia, homo novus della politica attiva e, soprattutto, per sua stessa ammissione, "allergico" ai simboli di partito. Un progetto appoggiato anche dai renziani di Italia Viva, guidati dal consigliere comunale Alessandro Marzoli. 

Ieri sera, in risposta all'accordo nazionale, i forzisti teatini hanno diffuso il simbolo della lista civica, ma non troppo, a sostegno di Di Iorio. Neroverde d'ordinanza, nonostante la forte somiglianza con il simbolo del partito di Berlusconi. E, oggi, la svolta di Febbo, che ha dichiarato: "Vado e andiamo avanti insieme a tanti amministratori e concittadini con il nostro programma, che presto presenteremo alla città di Chieti e, nella consapevolezza di poter mettere Forza Italia e il suo coordinatore regionale in difficoltà, da oggi mi ritengo autosospeso dal partito”. 

"Le decisioni assunte dal tavolo politico nazionale del centrodestra - aggiunge - erano scontate ed ampiamente anticipate poiché vi erano contestualmente da definire una serie di candidature regionali che sicuramente hanno una valenza politica e amministrativa ben più importanti rispetto a città seppur capoluogo di Provincia. Per cui, il presidente Berlusconi non poteva non chiudere il quadro dell'accordo generale e di questo sono ben consapevole”.

L'assessore regionale ha spiegato inoltre di aver immediatamente informato, sin dagli albori di questo progetto, il partito sulle intenzioni degli esponenti teatini, rapportandosi in particolare con il coordinatore Nazario Pagano, con Maurizio Gasparri, responsabile degli enti locali e con il vice presidente di Forza Italia Antonio Tajani.

"Ricordo come cinque anni fa il sottoscritto e tanti ex Forza Italia (oggi aderenti alla Lega e FdI) erano contrari alla ricandidatura del sindaco uscente - incalza - ed anche in quell’occasione da Roma arrivò l'input di sostenere il candidato che nel frattempo era passato dal Pdl al Nuovo Centro Destra.  Come era prevedibile, e i fatti mi danno ragione, abbiamo assistito ad un continuo susseguirsi di frizioni interne tra la maggioranza ed il partito di Forza Italia, rispetto alle indicazioni di scelte programmatiche e di gestione del governo cittadino. Oggi, in questa tornata amministrativa, non è tollerante ricadere nello stesso errore e subire nuovamente le indicazioni del mio partito e del mio coordinatore, che comunque ringrazio della fiducia e della stima accordatami anche nella recente nomina di responsabile regionale organizzativo. Oggi non posso tradire gli interessi della mia città che vedo soffrire da troppo tempo, costretta a subire un declino socio-economico non più tollerabile".

Insomma, la presa di posizione di Febbo è coerente con la grave crisi di maggioranza che ha caratterizzato l'estate 2019, animata dalle dimissioni di Umberto Di Primio da primo cittadino, poi rientrate con una pace molto labile. 

"La mia - ha proseguito l'assessore regionale - è una decisione, insieme a quella di tanti amministratori, dirigenti e amici, che sicuramente mi costa e costerà in termini personali, politici e amministrativi, ma nulla scalfirà la mia convinzione di uomo e di appartenente al centrodestra, anzi di destra. Ritengo invece questa essere una competizione esclusivamente amministrativa e locale su cui vogliamo far nascere un progetto ben definito che passa sicuramente e prioritariamente dalla discontinuità. Infatti, coloro che cinque anni fa non hanno digerito la ricandidatura del sindaco uscente e che hanno continuamente contestato l'operato dell’amministrazione uscente oggi si ritrovano ancora di nuovo tutti insieme; l'unico collante è quello della rielezione".

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