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Distretto sanitario chiuso da due anni, Paolucci (Pd) chiede di puntare sul Pnrr: "Risorse anche per l'ex ospedale"

Nei locali della stazione ferroviaria dove dovrebbe essere ospitata la struttura, esiste una dichiarazione di interesse culturale da parte del ministero della cultura, per cui la destinazione non sarebbe compatibile

“Dopo aver cancellato tutti gli investimenti sull'ospedale e aver chiuso da due anni il distretto dì Chieti Scalo, la Regione può intervenire con le risorse del Piano nazionale di ripresa e resilienza-Sanità: la proposta è quella di puntare sulla sanità territoriale, riattivando il necessario Distretto sanitario a Chieti Scalo e completando la riconversione del vecchio ospedale, perché con tutti i suoi spazi ancora vuoti si riempia di servizi e diventi un riferimento nel centro della città”, così il capogruppo del Partito Democratico in consiglio regionale, Silvio Paolucci, alla luce delle difficoltà emerse per la realizzazione del distretto, chiuso da due anni, negli spazi della stazione ferroviaria dello Scalo.

“Chieti non può aspettare oltre, da due anni la parte più popolosa del capoluogo teatino è senza servizi sanitari territoriali, perché si è deciso di chiuderli senza un’alternativa, lasciando la comunità scoperta – incalza l’ex assessore alla Sanità – Le difficoltà emerse sul progetto, che saranno difficilmente superabili in breve tempo, impongono un piano B capace di produrre subito effetti. La Asl - invita Paolucci - lavori con il Comune a una soluzione su spazi esistenti e agevoli sia da attivare, sia da raggiungere dall’utenza, ma non si dimentichi che nella parte alta della città c’è un progetto avviato e lasciato a metà percorso".

"Con la precedente giunta regionale - ricorda l'ex assessore - avevamo immaginato la trasformazione dell’ex ospedale Ss. Annunziata in una struttura dove ci fossero spazi per la medicina territoriale, per le visite specialistiche, aprendo le porte anche alla possibilità di erogare prestazioni più complesse, in day hospital, o come Rsa, realizzando, così, nel centro della città un vero e proprio ospedale di comunità, capace di rispondere alla domanda di Chieti, ma anche a quella del territorio. Fino ad oggi il cammino risulta interrotto: la struttura va completata, le Uccp che avrebbero dovuto da tempo accogliere la medicina di base oggi devono essere ancora attivate tenendo conto delle nuove linee programmatiche e le imponenti cubature dei piani superiori aspettano un progetto per poter tornare di nuovo attive".

"Questo si può fare attingendo dalle risorse del Pnrr - propone - creando un canale diretto Regione-Comuni, ad oggi ancora in embrione, nonostante i tempi strettissimi per ricorrere alla misura, perché la progettazione esecutiva sia più veloce e coinvolga davvero i territori. Chieti, nonostante l’imponente aumento del Fondo Sanitario Regionale di oltre 200 milioni di euro, insieme alle risorse Covid che la Regione ha governato, non solo non ha ancora avuto nulla in termini di prestazioni e servizi per la comunità, ma da quasi tre anni perde di mese in mese qualche cosa: risorse, quelle che sarebbero servite a darle un nuovo e più moderno ospedale; pazienti, quelli che alimentano le imponenti liste della mobilità sanitaria passiva; equilibrio, quello dei conti Asl che non quadrano e che, senza una efficace governance, rischiano di far tornare l’Abruzzo a un commissariamento da cui era duramente uscito nel 2016. Abbiamo ancora poco tempo - conclude Paolucci - bisogna agire subito, si stringa un patto fra Regione-Asl e Comuni per la progettazione legata al Pnrr e si colgano le opportunità che queste risorse offrono alla Sanità di Chieti”.

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