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D'Alema a Chieti per parlare di Adriatico regione d'Europa

L'onorevole Pd venerdì sera è stato opsite all'auditorium Cianfarani dove si è parlato di opportunità economiche, culturali e ambientali dell'Adriatico. Articolo di Giustino Zulli

Si discute molto e giustamente, in questi ultimi tempi, sulla crisi della politica e dei partiti, della disaffezione verso alcune iniziative pubbliche considerate superate dalla modernità ma l'assemblea pubblica organizzata dal Pd di Chieti nella serata di venerdì 22 u.s. ha in parte smentito queste diffuse opinioni. L'Auditorium del “Cianfarani” è stato gremito da moltissime persone, tra le quali molti giovani, venute ad ascoltare l'on. Massimo D'Alema, uno dei più prestigiosi e rappresentativi esponenti della sinistra italiana ed europea che, interrotto da frequenti e calorosi applausi, ha intrattenuto l'attento uditorio sul tema “Adriatico Regione d'Europa”, dedicando la parte conclusiva del suo intervento alle vicende interne del suo partito.
 

Prima di lui, presentato dal neo segretario cittadino del Pd Filippo Di Giovanni, sono intervenuti brevemente la segretaria provinciale Chiara Zappalorto e la parlamentare Maria Amato.

D'Alema, non senza una punta di civetteria, ha ricordato di essere stato il primo parlamentare a lanciare l'idea della macro regione adriatica, partendo dalla convinzione che, dopo le gravissime vicende collegate alla dissoluzione della Jugoslavia e alla crisi dell'Albania, si potevano determinare condizioni di sviluppo economico e sociale che avrebbero potuto, a loro volta, contribuire a nuovi rapporti con l'altra sponda dell'Adriatico.

Puntando sul turismo, la tutela ambientale, lo sviluppo equilibrato delle attività collegate alla pesca, la Croazia, Dalmazia, Albania ecc. avrebbero potuto superare le loro difficoltà, come stanno facendo anche grazie al contributo di molti imprenditori italiani che avevano delocalizzato le loro attività produttive in Romania e che adesso si vanno sempre più spostando verso i Paesi della ex Jugoslavia e dell'Albania, che “hanno splendide spiagge ed una costa meravigliosa, nulla togliendo, ovviamente, alle coste del nostro Adriatico sottoposte, però, ad una selvaggia devastazione”.

D'Alema si è poi soffermato sui problemi europei sostenendo che ci sono ancora molte cose che non vanno e che bisogna puntare su innovazioni dei sistemi produttivi capaci di accettare e vincere le grandi sfide della globalizzazione. Nel quadro di una nuova Europa, più vicina ai bisogni delle popolazioni, la collocazione del Pd, ha detto, non può che essere quella della “casa dei progressisti”.

L'ultima parte del suo intervento l' ha dedicata alle vicende interne del Pd, impegnato nelle primarie che dovranno eleggere, l'8 dicembre, il nuovo segretario del partito, spiegando i motivi che lo hanno portato a sostenere la candidatura di Gianni Cuperlo “che conosco come uomo politico serio ed impegnato,  di cultura, che intende dedicarsi solo al partito e al suo rilancio”.

A Matteo Renzi, altro competitore, con Pippo Civati, alla carica di segretario, ha detto in sostanza di “non escludere che possa essere un buon candidato per la Presidenza del Consiglio quando ci saranno le primarie per questo incarico, oggi ricoperto da un esponente del Pd” ma che non crede “possa esserlo per la guida del Pd”.

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