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Giovedì, 25 Aprile 2024
Politica

Crisi dei commercianti: solo colpa dello Stato centrale?

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di ChietiToday

Da cittadina il 22 mattina ho preso parte alla Manifestazione Provinciale organizzata da
molte sigle di associazioni di categoria (CONFARTIGIANATO, CONFCOMMERCIO, CNA,
CONFESERCENTI E CASARTIGIANI) denominata "Non vogliamo morire di tasse!" in sostegno del
rilancio del commercio al dettaglio e in conflitto col Governo centrale e le amministrazioni
comunali che paiono non avvertire il problema e non rendersi conto che l'inasprimento della
pressione fiscale porterà l'intero paese - i piccoli centri in primis - alla desertificazione
commerciale e sociale.
Quello che maggiormente mi ha colpito è che in piazza ho potuto riscontrare la presenza dei
soli commercianti e pochi sparuti cittadini, sintomo della definitiva perdita del senso di comunità.
Come se non fossimo tutti sulla stessa barca, come se non fossimo tutti cittadini, come se le
difficoltà dei commercianti non riguardassero di riflesso tutti noi altri.
Siamo esattamente il risultato di ciò che la vecchia classe politica ha voluto: la disgregazione
della comunità. Divide et impera, tutti contro tutti, intenti a coltivare il nostro orticello senza capire
che soltanto unendoci e sostenendoci l'uno con l'altro potremo risollevarci. Accecati dall'interesse
personale, senza capire che se il mio vicino di casa/negozio/lavoro/amico vive bene, vivo meglio
anche io.
Ricoprendo anche la veste di portavoce del MeetUp Amici di Beppe Grillo Chieti, devo
rilevare, anche in questa occasione, come le amministrazioni abbiano lasciato soli i cittadini.
Se è vero, da un lato, che il Comune ha le mani legate in tema di fiscalità e tasse - come ha
precisato il Sindaco Di Primio - poiché vincolato dalle decisioni scellerate intraprese a livello
nazionale, è pur vero che nulla viene fatto in tema di promozione e incentivazione dello "shopping
in centro" dal Comune di Chieti.
L'amministrazione comunale è ferma a una dichiarazione d'intenti che risale all'ottobre
2011 secondo la quale, tra le mosse annunciate per attuare il piano-rilancio del commercio teatino ci
sarebbe dovuta essere la costituzione di un consorzio per la partecipazione sia degli operatori privati
del settore che di quelli facenti parte della parte pubblica. «L'obiettivo», riferiva l'assessore Viola
nel 2011, «è infatti, affrontare e risolvere, tutti insieme (Comune, Provincia, Università, Camera di
Commercio, Associazioni di categoria e Sindacati), in sostanza tutte le forze migliori che la società
civile possa esprimere, le problematiche del commercio cittadino. Al fianco del Consorzio, inoltre,
potrebbe esserci un "Comitato Comunale di Coordinamento per il Centro Commerciale Naturale
del Centro Storico" avente funzione consultiva nei riguardi dello stesso Assessorato alle Attività
produttive».
Evidentemente nulla è stato fatto dall'amministrazione la quale, peraltro, - ci segnalano i
commercianti ascoltati durante la manifestazione da Chieti 5 Stelle - a quanto è dato sapere non
sarebbe esente da clamorosi ed inopportuni conflitti di interesse.
Eppure tante potrebbero essere le strade per tamponare questo stato di emergenza, almeno in
base all'analisi intrapresa dal gruppo di lavoro "commercio" del MeetUp Chieti 5 Stelle.
Primo fra tutti un deciso NO da parte del Comune alla costruzione di nuovi centri commerciali
accompagnata da un'efficace azione di comunicazione per sensibilizzare i cittadini a spendere i
soldi in centro, nei negozi dei piccoli imprenditori, piuttosto che a Megalò negli store delle società
multinazionali.
Gli acquisti nei centri commerciali, infatti, danneggiano doppiamente tutta la comunità: da un
lato per il mancato guadagno dei piccoli esercenti e dall'altro per i mancati introiti per le casse
pubbliche - leggi: addizionale IRPEF Comunale e Regionale cui sono sottoposti solo gli esercizi
commerciali locali e non anche le società multinazionali presenti all'interno dei centri commerciali
e che, pertanto, cagionano una doppia sottrazione di risorse al territorio.
Potrebbe iniziarsi, dunque, una campagna volta alla promozione dello "Shopping a km zero" e
numerosi sono gli strumenti per favorire la creazione del c.d. centro commerciale naturale:
1
- creazione consorzio - appunto - o reti di imprese quale strumento per accedere con
associazioni di categoria ai finanziamenti che la comunità europea garantisce per la
riqualificazione dei centri storici;
- creazione di un circuito chiuso ai soli commercianti del centro storico e dello scalo che
permetta l'attivazione di buoni sconto per gli utenti che fanno in tali zone i loro acquisti;
- implementazione della rete Wi-fi cittadina (sulla quale Chieti 5 Stelle ha gia prospettato
soluzioni fattibili) unitamente al un sito internet "Città di Chieti" dotato di informazioni
turistiche, commerciali, servizi, e-commerce, valorizzazione dei singoli esercizi e dei
servizi/prodotti offerti;
- maggiore ricettività turistica: un InfoPoint in centro città dove poter acquisire tutte le
informazioni turistiche sulla città e anche acquistare i biglietti per i musei;
- biglietto di ingresso unico per musei e palazzi storici;
- eventi e fiere di maggior pregio e spessore in città, tra gli altri, "mercatini di Natale" (e non)
degni di questo nome, che siano appetibili per gli avventori.
La lista è lunga e le iniziative realizzabili concretamente e a costi contenuti sono molte.
Da cittadini, infine, siamo anche coscienti della necessità di fare autocritica: a volte
antipatie e dissidi personali hanno impedito all'intera comunità dei commercianti/clienti
del centro di crescere. E' tempo di crescere insieme e di archiviare vecchi malumori del
passato, guardiamo insieme al futuro.
E' tempo di fare rete, di confronto, coordinamento, studio per rilanciare il centro storico
di Chieti e per recuperare, una volta per tutte, il "buon vecchio" senso di comunità.

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